Siamo abituati a leggere di imprese di salvataggi e recuperi impossibili da parte dei tecnici del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, uomini e donne che mettono la propria vita al servizio degli altri in ambienti difficili e pericolosi. Ciò che però sta avvenendo in Trentino Alto Adige è qualcosa di molto lontano dalla solidarietà messa in campo dai soccorritori o dall'amore per la montagna o la speleologia, è qualcosa di ben più grave. Fino a qualche giorno la polemica era rimasta mediatica, al massimo ristretta a qualche diffida. Ora però è giunta la notizia (riportata da Montagna TV) di un'inchiesta aperta dalla Guardia di Finanza sulle attività del CNSAS Trentino, che vuole vederci chiaro su alcuni aspetti finanziari dal lontano 2015.
La vicenda ora al vaglio degli inquirenti
Gli ufficiali della Guardia di Finanza dietro indicazione della Corte dei Conti hanno fatto visita nella sede del CNSAS Trentino. Gli inquirenti si sono mossi dopo che alla Procura della Corte dei Conti è pervenuto un esposto da parte di un capostazione (rimasto anonimo). I finanzieri avrebbero chiesto documentazione specifica in merito all'acquisto delle divise ufficiali degli uomini del Soccorso e sulle indennità di rimborso del presidente Adriano Alimonta e del vice Ezio Parisi.
C'è però un antefatto importante da riportare. Nei giorni scorsi è stata bufera mediatica tra Paolo Lastei, capozona del CNSAS in Trentino, e i vertici del soccorso regionali.
Il capozona avrebbe denunciato al presidente nazionale presunte irregolarità nei rimborsi e nell'acquisto delle forniture. Lo scontro tra Lastei e i vertici trentini è aperto da tempo, da quando proprio il soccorso alpino regionale ha messo sotto inchiesta lo stesso Lastei per accertamenti burocratici e contabili nella sua zona di competenza.
Come riporta Montagna TV lo scontro tra i due è diventato anche fisico durante una riunione, con una denuncia penale a carico di Alimonta.
Viste le acque molto agitate interviene il CNSAS Nazionale, che per mano del presidente Maurizio Dellantonio con una lettera inviata al presidente della regione Ugo Rossi, avrebbe accusato i vertici trentini di non rispettare le regole, minacciando un eventuale commissariamento.
Entrano quindi in gioco gli statuti degli organi: per come si è posto e si sta ponendo il CNSAS Trentino, per Dellantonio, potrebbero perdere ogni certificazione di richiamo all'organizzazione nazionale, per i vertici trentini invece il loro statuto permette di godere di una certa autonomia.
Oltre alle diatribe burocratiche, tutt'altro che semplici da interpretare, ora il revisore dei conti vuole vederci chiaro. L'accusa che sarebbe ipotizzata è quella di spreco di denaro pubblico. Essendo il CNSAS finanziato dalla provincia per 1 milione e 600 mila euro, svolgendo altresì una funzione pubblica, viene equiparato ad altri enti pubblici per indennità e gare d'appalto, che devono essere regolamentate secondo procedure ben precise.