Anche se al momento nessun reato viene ipotizzato e nessun nome è stato iscritto nel registro degli indagati, la procura di Firenze ha deciso lo stesso di aprire un fascicolo conoscitivo (contenente solo un’informativa della Digos) sulle parole esplosive pronunciate dalla ex militante delle Brigate Rosse, Barbara Balzerani, durante un incontro nel centro sociale fiorentino Cpa, proprio il 16 marzo scorso, quarantesimo anniversario del rapimento dello statista democristiano Aldo Moro da parte di un commando Br. Se l’affronto alle vittime del terrorismo fatto dalla Balzerani potrebbe non essere considerato un reato, di certo le parole della ‘compagna Sara’ (questo il suo nome di battaglia all’epoca) non sono andate giù a Lorenzo Conti, figlio dell’ex sindaco di Firenze, Lando Conti, trucidato da un gruppo di fuoco brigatista il 10 febbraio 1986.

Il figlio di Lando Conti querela Balzerani

“Non sono una vittima di mestiere, lavoro in banca e non ho mai percepito nulla dalle interviste o dagli incontri a cui ho partecipato”, con queste parole Lorenzo Conti ha annunciato questa mattina querela nei confronti di Barbara Balzerani. Il figlio dell’ex sindaco del capoluogo gigliato, ha deciso di rispondere così alle parole, giudicate offensive e calunniose, pronunciate proprio a Firenze dalla fu dirigente della colonna romana delle Br. “C’è una figura, la vittima, che è diventato un mestiere, questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola - aveva dichiarato la Balzerani il 16 marzo scorso di fronte alla platea del centro sociale Cpa, dove era stata invitata per presentare il suo ultimo libro - Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci.

Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te”.

La reazione dei parenti delle vittime delle Br alle parole di ‘Sara’

Un giudizio, quello della Balzerani, che, anche se epurato dai toni emotivi e preso solo come riflessione storica, risulta ovviamente inaccettabile per chi, durante gli Anni di Piombo, ha perso un familiare o un amico sotto il fuoco degli opposti estremismi.

Per questo motivo, la prima a reagire a quello che viene considerato un affronto era stata Maria Fida Moro, figlia del politico Dc, la quale però si era limitata ad un semplice scambio di vedute sui social network, ricordando alla “signora Balzerani” di essere lei una delle responsabili dell’omicidio di suo padre. Il figlio di Lando Conti, invece, ha deciso di adire le vie legali per tutelare la sua onorabilità e la memoria del padre, massone e sindaco di Firenze tra il 1984 e il 1985, assassinato con 17 colpi di pistola dalle Br.