La prima testa che era già data per cadut,a in seguito allo scandalo dello sfruttamento di dati di utenti Facebook da parte di Cambridge Analytica, rimarrà al suo posto, perlomeno per ora: "Alex Stamos continua a essere il Chief Security Officer (CSO) di Facebook”, si legge in una nota diffusa da una portavoce del colosso Web e pubblicata dal sito TechCrunch. “Ha ricoperto questa posizione per quasi tre anni e guida i nostri sforzi per la sicurezza, in particolare per quanto riguarda i rischi emergenti. È un membro stimato della squadra e siamo grati per tutto ciò che fa ogni giorno”.
Stamos, responsabile della sicurezza del social network, potrebbe comunque aver già concordato entro agosto la sua uscita dall’azienda, ma tutte le notizie circolate fino ad ora in tal senso, non sono ufficiali.
'Sono ancora completamente impegnato con il mio lavoro in Facebook'
A poca distanza dalla nota di Facebook, è arrivato anche un tweet dello stesso Stamos. "Nonostante le voci” ha scritto il manager sul suo profilo, “sono ancora completamente impegnato con il mio lavoro in Facebook. È vero che il mio ruolo è cambiato. Attualmente sto trascorrendo più tempo ad esplorare i rischi emergenti per la sicurezza e a lavorare sulla sicurezza delle elezioni”.
Il caso Cambridge Analytica nato dopo le rivelazioni del whistleblower Christopher Wylie
Lo scandalo Cambridge Analytica, che ha portato il titolo di Facebook a perdere quasi il 7% del suo valore a Wall Street, ha avuto inizio negli scorsi giorni, dopo che il whistleblower Christopher Wylie, un ex collaboratore dell'azienda, ha deciso di rivelare le attività compiute dalla società di analisi, che ha lavorato per la campagna presidenziale di Donald Trump e per quella del referendum a favore della Brexit del giugno 2016.
Wylie ha rivelato che l’azienda avrebbe raccolto i dati di più di 50 milioni di account Facebook, sviluppando un'applicazione in grado di analizzare tali dati con lo scopo poi di prevenire e di influenzare scelte elettorali. Sarebbero stati effettuati anche dei test della personalità con il consenso degli utenti che, a fronte di un pagamento, avevano autorizzato la raccolta dei loro dati per scopi di studio.
Tra i fondatori della Cambridge Analytica c'è l'imprenditore miliardario americano Robert Mercer, mentre tra i dirigenti figurava anche Steve Bannon, uno degli uomini più vicini a Donald Trump, poi però cacciato improvvisamente dallo staff della Casa Bianca nell'agosto dello scorso anno.