Una rapina all'ikea è cosa che fa sensazione, dal momento che tutti la immaginiamo affollatissima, mentre centinaia di persone vagano per i corridoi superiori che ospitano le gallerie dei mobili o mentre si snodano nel labirinto inferiore del mercato. Difficile immaginarla alle casse, sempre benedette dalle code, sia per i contanti, sia per le recenti macchine automatiche (o semi, vista l'operosità di gentili assistenti) e comunque presidiate da robuste guardie giurate.
E infatti dimenticando tutto questo, gli autori di una rapina svoltasi questa domenica hanno congegnato una tecnica in perfetta linea con efficienza, rapidità e la discrezione, che sono un po il marchio di fabbrica dell' azienda svedese.
Il fattaccio
Tutto si è svolto in circa un minuto o poco piu. Ore 12 circa di domenica scorsa, Afragola, Napoli. Diversi rapinatori, muniti di pistole e mitra kalashnikov, si sono presentati fulmineamente nel retro del capannone, molto lontano dagli sguardi e dai percorsi dei clienti ma non dalle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso l'intera operazione e di cui, evidentemente, non si sono curati più di tanto. Hanno saputo così cogliere di sorpresa una squadra di Vigilantes Portavalori intenta a raccogliere il consueto incasso della sede napoletana e, con argomenti inoppugnabili, anche a disarmarli, e farsi consegnare il bottino, ammontate a più o meno 110.000 euro. Il resto è stato facile dato il dedalo di strade e stradine che solcano il territorio afragolese e dell'hinterland napoletano, dove abbondano aree abbandonate, dimenticate, prive di controllo e qualsiasi forma di vigilanza, dove comodamente fare cambio d'auto, supponiamo, e abbandonare le due auto, sembra, usate per il colpaccio.
I guai di Ikea
Certo non era una momento esaltante per la casa di Almhult (con sede legale nei Paesi Bassi), dopo la morte del fondatore storico Ingvar Kamprad, e cioè colui che ne ha tenuto saldamente in pugno l'ascesa e i destini, e che non lascia, per questo, un'eredità semplice, aziendale e personale. Ed ancora un momento non facile, per problemi legati ad alcuni prodotti, che non avrebbero tenuto ai criteri di sicurezza provocando la morte di bambini alle prese con la curiosità fatale di arrampicarsi sui cassettoni.
Di certo una rapina così, in perfetto stile montaggio ikea, difficile immaginarsela senza la spettacolarità, l'arroganza e l'impunità cui ci ha abituato "Gomorra", e chissà, se passata e per esorcizzare la paura, metteranno pure all'occasione uno di quegli impronunciabili nomi svedesi che tanto tormentano i clienti italiani, e di mezzo mondo.