Il mare restituisce alla terra ferma il corpo di Alessandro, il padre ne riconosce il cadavere e intanto si aspetta l'autopsia per verificare se il cranio fracassato e le altre ferite che il corpo privo di vita presenta sono state riscosse dal fondo marino o dagli assassini, come ipotizza la procura di Roma che ha aperto un fascicolo sul caso.

E' il padre che identifica il cadavere

Era il 12 marzo quando quando il giovane manager alessandro fiori, con solo uno zaino in spalla, partì per la Turchia con un volo low cost decollato da Linate, per atterrare all'aeroporto di Istanbul dove, secondo le testimonianze dei famigliari, avrebbe dovuto svolgere il suo solito lavoro per una multinazionale che si occupa di depurazione.Gli ultimi contatti con la famiglia risalgono al 14 marzo.Preoccupato perché non riesce a rintracciare il figlio, il padre si precipita in Turchia, non riuscendo ancora a trovarlo neanche lì, ne denuncia subito la scomparsa.

A poco servono gli appelli d'aiuto del genitore e l'invito indirizzato agli eventuali testimoni che dovessero sapere qualcosa sulla scomparsa del figlio a farsi avanti. Egilio Fiori (nome del padre di Alessandro) si rivolge sia alla stampa italiana sia ad una trasmissione televisiva turca, Muge Anli Ile Tatli Sert (l'equivalente italiano di Chi l'ha visto), per far sapere al mondo che il figlio di certo non è fuggito, che non si tratta di una fuga, ma nonostante tutto, pochi giorni dopo è toccato drammaticamente proprio a Egilio riconoscere il cadavere del figlio.

Giallo o quasi

Stando ai dati forniti dal quotidiano Haberturk, la polizia turca ha ritrovato il corpo nella zona portuale di Istanbul, a Sarayburnu, spinto sulla terra ferma probabilmente dalla corrente, che l'ha "restituito" con tanto di cranio fracassato e con più ferite, provocate da un oggetto pesante, riferisce Skytg24.

A ricoprire maggiormente con un alone di mistero il caso, vi è anche lo svuotamento improvviso del conto corrente del ragazzo e un probabile coinvolgimento di una ragazza americana, il tutto mentre si aspettano chiarimenti e delucidazioni riguardo alla causa delle ferite riportate sul corpo, ovvero, si vuol accertare se queste sono state inflitte da intenzioni assassine o se sono semplici conseguenze degli urti contro gli scogli delle acque del Bosforo, in seguito ad un eventuale tentativo di suicidio.

Vi è infatti la possibilità, secondo alcune fonti della stampa turca, che Alessandro non sia deceduto di morte violenta, ma che si sia auto inflitto la morte. A cercare di sciogliere l'enigma sono al lavoro l'Interpol e l'Europol, oltre alle autorità italiane e turche. Le ultime immagini vitali del giovane Fiori della provincia di Cremona risalgono al 14 marzo, riprese grazie alle telecamere di sicurezza di due locali in pieno centro a Istanbul.

Il caso quasi giallo conta dunque come indizi oggettivi, oltre al corpo, uno zaino rinvenuto nella camera d'albergo vicino all'aeroporto dov'era atterrato in Turchia, portafoglio e cellulare del ragazzo, trovati invece in un cestino fuori dallo stesso hotel.