Dopo lo scandalo finanziario che coinvolse il fondatore della Lega, Umberto Bossi, e l’allora tesoriere, Francesco Belsito, il Carroccio avrebbe continuato a investire illegalmente i propri fondi anche sotto la gestione di Roberto Maroni prima e Matteo Salvini poi. È una vera e propria ‘bomba politica’ quella sganciata dal settimanale L’Espresso contro il partito leader del centrodestra in una anticipazione di un articolo intitolato ‘I conti segreti di salvini’, in edicola da domenica 1 aprile. Accuse talmente pesanti da costringere l’interessato a rispondere immediatamente, annunciando durante una diretta Facebook l’intenzione di sporgere querela contro il giornale del Gruppo Espresso.

Le accuse de L’Espresso contro Salvini e la Lega

Nel pezzo, scritto a quattro mani da Giovanni Tizian e Stefano Vergine, il settimanale L’Espresso rivolge contro Matteo Salvini la responsabilità dell’inchiesta che, il 24 luglio 2017, portò alla condanna di Bossi e Belsito da parte del Tribunale di Genova. In quell’occasione venne anche stabilito il risarcimento dovuto dalla Lega alle casse dello Stato: 48 milioni di euro bruciati, secondo i giudici, tra investimenti audaci sui diamanti in Tanzania e spese pazze del ‘trota’ Renzo Bossi, figlio del senatùr. Come dimostrerebbero alcuni documenti bancari che gli autori dello scoop affermano di aver visionato, infatti, al fine di occultare il fantomatico ‘tesoro’ del partito, entrambi i successori di Bossi, Maroni e Salvini, avrebbero approvato l’investimento di decine di milioni di euro, illegale (secondo una legge del 2012) perché fatto su strumenti finanziari diversi dai titoli di Stato emessi dai Paesi Ue.

La misteriosa associazione Più voci

In pratica, L’Espresso accusa la Lega di aver occultato gran parte dei 48 milioni che ha di debito, visto che finora ne sono stati recuperati soltanto 2 e le casse del partito risultano vuote. Per favorire questa operazione di ‘riciclaggio’, gli uomini di Matteo Salvini si sarebbero avvalsi di una associazione creata, secondo l’accusa dei giornalisti, proprio a questo scopo.

Il suo nome è Più voci ed è stata fondata nell’ottobre 2015 da “tre commercialisti fedelissimi a Salvini” con lo scopo, scrive L’Espresso, di raccogliere finanziamenti dalle aziende per girarli poi a “società controllate dal partito”.

Salvini annuncia querela

L’accusa pesantissima, ma per il momento non provata, di aver fatto sparire milioni di euro e di aver creato una associazione sul cui conto sarebbero transitati “lauti bonifici”, ha in qualche modo costretto Matteo Salvini ad annunciare querela. “Io ho nascosto dieci milioni di euro? - queste le parole del leader della Lega - Quale può essere una risposta a una cosa del genere? Un sorriso, anzi milioni di sorrisi, e una querela”.