La remington Outdoor Company, storica azienda americana produttrice di armi, ha chiesto l’accesso al Chapter 11, l’articolo della legge fallimentare USA che consente alle imprese in difficoltà di dichiarare bancarotta attraverso una procedura di amministrazione controllata. La Remington è stata travolta dai debiti, che si aggirano intorno al miliardo di dollari. La cifra è indicata sul documento legale che la società ha depositato negli scorsi giorni presso il Tribunale fallimentare del Delaware. I creditori hanno accettato di ridurre il debito ottenendo in cambio quote dell’azienda, che dopo la ristrutturazione ha intenzione di proseguire l’attività.

Nel 2017 un calo del fatturato del 30%

Le motivazioni del dissesto finanziario della Remington sono dovute principalmente al calo delle vendite delle armi da fuoco avvenuto negli ultimi anni in USA. Nel 2017 la Remington ha avuto un fatturato di circa 600 milioni di dollari, segnando un -30% rispetto all’anno precedente. Ad aumentare le difficoltà dell’azienda anche le class action condotte dalle vittime delle stragi perpetrate con armi da fuoco. La Remington produce tra gli altri il modello di fucile d’assalto AR-15 che venne utilizzato per la strage della scuola elementare di Sandy Hook in Connecticut, dove nel 2012 persero la vita venti alunni e sei insegnanti.

Il mercato cresce quando si preannuncia un Presidente che potrebbe limitare l'acquisto delle armi

Il settore delle armi ha inoltre subito negli USA una ulteriore contrazione da quando è stato eletto alla Presidenza Donald Trump. Storicamente infatti, il mercato ha un andamento ciclico e subisce un calo con l’arrivo alla Casa Bianca di presidenti meno propensi ai controlli, mentre è in crescita nei periodi in cui gli inquilini dello Studio Ovale si preannunciano come impegnati per il varo di norme più stringenti.

Dopo l’ultima strage avvenuta il 14 febbraio scorso in Florida, quando presso la "Marjory Stoneman Douglas High School" di Parkland, in Florida, erano morte 17 persone, Trump aveva dichiarato che avrebbe modificato in modo sostanziale le leggi sul controllo della vendita delle armi negli Usa, ma aveva poi successivamente fatto una parziale marcia indietro, puntando principalmente a rafforzare i controlli nei confronti di coloro che detengono illegalmente armi da fuoco e a sovvenzionare gli Stati per la formazione degli insegnanti, in modo che possano portare armi a scuola.