In questo periodo è risaputo che la Siria stia vivendo un periodo difficilissimo in seguito a una guerra civile in corso da diversi anni. Secondo le fonti più recenti e accreditate, migliaia di civili sono attualmente in fuga dalla regione della Ghouta orientale. L’attuale esodo coinvolge moltissime persone tra cui anche donne e bambini vittime degli scontri tra i ribelli e le milizie filo governative. Inoltre, diversi media indipendenti hanno offerto un quadro abbastanza tragico della situazione, in quanto i bombardamenti all’interno di quest’area hanno ucciso a partire dal 18 febbraio almeno 1200 persone.

In seguito, le stime più accreditate affermano che a partire dall’inizio del conflitto siriano sono deceduti almeno 400mila cittadini. Contemporaneamente, la tv statale di Damasco ha affermato che questo esodo di civili si stia portando avanti attraverso un corridoio nei pressi della città di Hamuriya. Inoltre, negli ultimi tempi almeno due località sono nuovamente sotto il controllo delle milizie governative, mentre le forze dei ribelli sarebbero in piena ritirata. Infine, l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha affermato che l’esercito di Assad abbia finalmente preso il controllo di Hammuriyeh e si stia avvicinando a Saqba.

Le reazioni del Parlamento Europeo

All’interno di quest’area moltissimi civili sono intrappolati e senza una via di fuga in seguito al continuo inasprirsi dei bombardamenti.

Questi recenti accadimenti hanno anche spinto il Parlamento Europeo ad esprimere la sua posizione sulla questione siriana. Infatti, questo organismo ha recentemente votato una nuova risoluzione la quale dovrebbe spingere Assad, la Russia e l’Iran a rispettare la tregua di 30 giorni stabilita dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in data 24 febbraio.

La stessa risoluzione inoltre ammette chiaramente che il conflitto siriano ha provocato circa 400 mila morti e negli ultimi tempi ha creato una situazione di forte instabilità all’interno della Ghouta orientale, la quale vede un aperto scontro tra i ribelli e le milizie governative. Successivamente, l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha affermato che la situazione è decisamente critica in prossimità di Afrin, dove migliaia di civili stanno fuggendo a causa dei bombardamenti della Turchia contro le milizie curde-siriane dell’Ypg.

Infine, molti cittadini stanno cercando di mettersi in salvo raggiungendo le località di Nobol e Zahra.

Le dichiarazioni da parte del governo di Ankara

In merito a questi recenti accadimenti si è espresso l’attuale portavoce della presidenza turca, ovvero Ibrahim Kalin. Quest’ultimo ha affermato che per il momento il 70% del territorio di Afrin è stato “messo in sicurezza” mediante l’operazione militare chiamata Ramoscello d’ulivo. Inoltre, ha ammesso che il governo di Ankara è intenzionato a liberare al più presto quest’area dalla presenza di forze di stampo terroriste, tra le quali vengono anche incluse le milizie curdo-siriane dello Ypg. In seguito, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha deciso di attaccare duramente il Parlamento Europeo, affermando che in ogni modo l’area di Afrin non può essere affatto abbandonata e le operazioni militari non possono essere interrotte.

Nello stesso momento il Parlamento Europeo sta preparando una mozione contro la Turchia affinché interrompi al più presto le operazioni militari nel nord della Siria oramai in corso da circa 55 giorni. Ovviamente, tutto ciò testimonia come si sia creato un vero e proprio braccio di ferro tra Erdogan e l’Unione Europea in merito alla questione siriana. Infine, i media occidentali vicino a Strasburgo hanno più volte affermato che il presidente turco non vuole ascoltare ed è intenzionato a proseguire i massacri mediante le sue milizie e i suoi mezzi militari.