Il leader dell'opposizione in Venezuela, Juan Guaidó, ha evocato nuove manifestazioni di piazza ed è entrato in contatto con Cina e Russia mentre intensificava la sua campagna per costringere alle dimissioni il presidente Nicolàs Maduro, da lui considerato un dittatore. Nella sua prima apparizione pubblica da quando si è dichiarato presidente ad interim del Venezuela mercoledì, il politico 35enne ha esortato i cittadini a scendere in piazza e intensificare la battaglia contro l'uomo che ha soprannominato “l'usurpatore”. Una nuova tornata di dimostrazioni si terrà la prossima settimana, con la data esatta e le località che saranno annunciate domenica.

Guaidò ha recentemente dichiarato: “Nel palazzo presidenziale di Miraflores pensano che questo movimento si sgonfierà, che ci stancheremo. Ma nessuno qui si stancherà, nessuno cederà. Il Venezuela si è svegliato e non si riaddormenterà mai più”.

Gli appelli di Guaidò contro Maduro

Durante un discorso di 30 minuti rivolto a molti sostenitori che si erano riuniti in una piazza nella parte est di Caracas, Guaidó ha rinnovato i suoi appelli affinché i militari abbandonino Maduro. Egli ha dichiarato: “È giunto il momento di rispettare il popolo del Venezuela. Soldati della madrepatria, mettetevi dalla parte del popolo del Venezuela”. In seguito, ha aggiunto: “Stiamo estendendo la nostra mano, venite con noi perché c'è un futuro.

Maduro non protegge nessuno, non dalla persecuzione, non dalla fame, non dalla povertà”. Finora numerosi appelli sono passati in gran parte inascoltati, con il ministro della Difesa del Venezuela e molti vertici delle Forze Armate che hanno dichiarato lealtà a Maduro. Quest'ultimo ha dichiarato: “C'è un antico detto: Se vuoi la pace, preparati alla guerra”.

In una conferenza stampa nel palazzo presidenziale, il presidente venezuelano ha accusato gli Stati Uniti di cercare di rimuoverlo dall'incarico con un colpo di Stato e ha ordinato alle sue forze armate di prepararsi a “sconfiggere qualsiasi nemico imperialista che osi toccare il suolo della nostra amata nazione”.

La replica di Maduro

“Nessuno vuole la guerra - ha aggiunto Maduro - ma non cederemo o tradiremo il nostro Paese se ci sarà un conflitto armato, sia esso localizzato, di basso livello, di medio livello, ad alta intensità, generalizzato, in una regione o in una città”. Egli ha concluso il suo discorso attaccando la Casa Bianca e adoperando un tono piuttosto sarcastico: “Trump, Pompeo, Bolton, Pence: come state, amici miei?”. Nel frattempo, durante il suo discorso, Guaidó si è anche vantato del vasto sostegno internazionale che ha ricevuto, leggendo una lunga lista di governi che lo hanno riconosciuto, compresi quelli degli Stati Uniti, del Brasile e della Colombia. In seguito ha gridato ad alta voce: “Un applauso per l'Unione Europea!”. Infine, Guaidó ha affermato che “l'intero pianeta” sta appoggiando il suo movimento per porre fine alla “dittatura” di Maduro.