L’ex Presidente della Francia Nicolas Sarkozy è in stato di fermo, in quanto avrebbe presumibilmente accettato una serie di finanziamenti illeciti per poter sostenere economicamente la campagna elettorale del 2007. Secondo le fonti più accreditate, egli avrebbe ricevuto una somma di circa 30 milioni di euro, la quale risulterebbe superiore al totale delle spese elettorali sostenute a loro tempo (20 milioni di euro). Inoltre, secondo alcuni documenti risalenti al 2006 e rilasciati da parte del responsabile dell’intelligence libica Moussa Koussa, si parlerebbe addirittura di un pagamento di ben 50 milioni di euro.

Altri giornalisti di grande rilievo internazionale hanno, invece, affermato che lo statista francese avrebbe ricevuto una valigetta con 5 milioni di euro trasportata mediante un corriere da Tripoli a Parigi. Questa vicenda costituisce un evento che sicuramente contribuirà a scalfire la reputazione del Partito Repubblicano francese, il quale è stato già colpito recentemente da diversi scandali come quello che coinvolse il candidato alla presidenza Fillon. Infatti, quest’ultimo assunse nel corso della campagna elettorale sua moglie come assistente parlamentare, scatenando delle forti reazioni all’interno dell’opinione pubblica.

Un misterioso giro di soldi tra la Libia e Parigi

Per il momento diversi quotidiani francesi come Le Monde affermano che l’ex Presidente potrebbe rischiare molto in seguito a questa inchiesta relativa ai finanziamenti illeciti.

Le indagini relative alla sua persona durano da circa 5 anni, ma hanno avuto una svolta decisiva quando la polizia britannica ha arrestato il 10 gennaio ad Heathrow un certo Alexandre Djouhri, un affarista francese di origine algerina. Quest’ultimo avrebbe venduto per la cifra di 10 milioni di euro una vecchia villa nei pressi di Mougins ad un Fondo di investimenti africano e presumibilmente avrebbe utilizzato il ricavato della vendita per sostenere economicamente la campagna di Sarkozy.

Quest’ultimo ha sempre smentito di aver ricevuto questi appoggi economici illeciti e ha più volte ribadito che, nel corso del suo mandato, ha contribuito a deporre il dittatore libico mediante l’intervento militare. Per il momento, egli è impegnato in un complesso interrogatorio nei pressi di Nanterre e i media internazionali non hanno rilasciato nessun aggiornamento relativo a questa vicenda.

Le conseguenze all'interno dell'opinione pubblica

Questa indagine ha ovviamente creato un fortissimo scalpore all’interno dell’opinione pubblica francese ed è iniziata addirittura nel 2013. Attualmente, è difficile determinare cosa possa rischiare effettivamente Sarkozy, e l’unica cosa certa è che lo stato di fermo non può durare oltre 48 ore secondo il regolamento costituzionale francese. Dopo questa fase, egli potrebbe seguire due strade principali. In una prima ipotesi, egli potrebbe presentarsi di fronte ai magistrati con conseguente notificazione, incriminazione e arresto. In una seconda ipotesi, potrebbe essere liberato per mancanze di prove effettive relative a questa vicenda. L’attuale centro dell’inchiesta è sicuramente la controversa tangente di 5 milioni di euro ricevuti in contanti all’interno di una misteriosa valigetta.

In merito a questa vicenda è stato anche interrogato Brice Hortefeux, ex ministro e fedelissimo collaboratore dello stesso Sarkozy. In seguito, è stato anche interpellato l’attuale Primo Ministro Eduard Philippe, il quale comunque ha rifiutato di rilasciare ulteriori dichiarazioni per rispetto nei confronti dell’ex Presidente. Negli ultimi tempi diverse persone hanno alimentato molti sospetti nei confronti del politico francese in seguito a questi misteriosi giri di denaro. Tra queste persone spicca sicuramente il nome di Abdallah Senoussi, il quale è stato in passato direttore dell’intelligence militare in libia. Infine, un altro personaggio che ha più volte accusato Sarkozy nei suoi appunti privati è invece Shukri Ghanem, ex ministro del petrolio libico, il quale è morto in circostanze misteriose nel 2012.