Oxford, 8 Gennaio 1942. E’ questa la data di nascita di uno degli scienziati più famosi ed influenti della storia contemporanea: Stephen Hawking. Il famosissimo fisico, matematico, cosmologo e astrofisico si è però spento stanotte, all’età di 76 anni nella sua dimora a Cambridge.

Egli si è fatto conoscere nel panorama scientifico e mondiale per le sue geniali ed inedite scoperte: la formulazione dello stato Hartle-Hawking (postulato che spiega l’origine dell’universo senza confini), la sua pubblicazione riguardante gli studi sui buchi neri e la cosmologia quantistica.

La sua fama globale lo ha portato ad essere avvicinato a personaggi del calibro di Einstein e Galileo ma con una sostanziale differenza: la comunicabilità delle sue teorie. Il fisico britannico, infatti, ha incarnato lo spirito del grande scienziato legato però, in modo indissolubile, alla modernità. E’ stato capace, infatti, di portare davanti al grande pubblico, con un linguaggio “semplice” ed accessibile, divulgazioni estremamente complicate ed innovative, rivoluzionarie.

L’abilità di Hawking è dunque stata proprio questa: essere riuscito oltre che ad essere un importante uomo di scienza, anche ad incentrare su di sé l’attenzione mediatica tramite la sua franchezza, la sua capacità di “essere personaggio moderno”.

Ha sempre saputo, inoltre, fare pungenti battute di spirito ed è stato in grado di diventare un’icona ed un simbolo universale.

Una vita all’insegna delle difficoltà

Sicuramente la vita di Hawking non è stata per nulla facile: ricca di imprevisti e di battute d’arresto a causa della malattia, di diagnosi fatali e del dover convivere con un malessere che poi, negli anni, lo ha “consumato”.

All’età di 21 anni infatti, glene vennero dati solo 2 di vita ma, per un vero e proprio miracolo, sopravvisse. Nel ‘63, dunque, le sue funzioni motorie diminuirono notevolmente e lo spinsero ad effettuare dei controlli dettagliati. L’esito nefasto degli esami diagnosticò una malattia degenerativa dei motoneuroni: la Sla. Poco alla volta, quindi, perse tutti i movimenti e le funzioni respiratorie seguite, infine, da quelle fonatorie che lo costrinsero all’utilizzo di un sintetizzatore vocale.

Notando come la sua vita non sia stata in nessun modo agevole, possiamo ben constatare che un’altra qualità rilevante di questo scienziato è sicuramente stata quella di non arrendersi mai. Questo è uno dei grandi insegnamenti, oltre a quelli scientifici, che ci ha voluto consegnare: ha saputo lottare, non ha mai smesso di credere nella possibilità e nella bellezza della vita e, forse, è stato proprio questo aspetto che lo ha reso il grande uomo che passerà alla storia.