Recentemente l'Italia risulta essere sempre di più nel mirino delle organizzazioni terroristiche che fanno parte del network dell'estremismo di matrice islamica, sopratutto dell'ISIS. Anche l'attuale ministro dell'Interno Marco Minniti ha sostenuto che sino ad ora non c'è stata minaccia jihadista più grande e negli ultimi giorni le forze dell'ordine, nonché le agenzie d'intelligence nazionali, sono particolarmente impegnate nella scoperta di cellule terroristiche e nell'eventuale arresto dei militanti e simpatizzanti dell'autoproclamato Stato Islamico.

Il recente arresto del 19enne marocchino che diffondeva la retorica islamista sul web

Nelle ultime ore vi è stato un nuovo arresto di un importante esponente della rete italiana dello Stato Islamico. Andando maggiormente nello specifico, e stando a quanto riportato in un articolo pubblicato sul sito web dell'ANSA, i Carabinieri del Ros e quelli facenti parte del Commando provinciale di Cuneo hanno fermato un 19enne di origine marocchina, Ilyass Hadouz. Il ragazzo marocchino è accusato di aver diffuso intensamente la propaganda jihadista sui principali social network, da Facebook a Twitter passando per Instagram. Inoltre, secondo le indagini, lo stesso Hadouz esortava i seguaci del Califfato al martirio nel nome della jihad.

Lo smantellamento del network italiano del terrorista tunisino Anis Amri

L'arresto del 19enne marocchino è stato succeduto da un altro 'colpo grosso' effettuato dalle forze di sicurezza italiane. Più specificatamente, proprio ieri le agenzie d'intelligence sono riuscite a smantellare la rete italiana del noto terrorista di origine tunisina Anis Amri, protagonista dell'attacco terroristico avvenuto a Berlino nel dicembre del 2016.

Lo smascheramento della rete italiana di Amri è stato reso possibile grazie al lavoro congiunto della DIGOS e e dell'Ucigos e ha portato all'arresto di cinque giovani, quattro di origine tunisina e uno di nazionalità palestinese.

Secondo quanto hanno potuto appurare le indagini degli inquirenti, i membri della rete di Anis Amri si erano contraddistinti per aver pronunciato delle frasi minacciose contro gli 'infedeli italiani' e per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, specificatamente dalla Tunisia. Su tal punto, c'è da ricordare che lo stesso Amri arrivò come immigrato clandestino in Italia nel 2011.