La morte della giovane pamela mastropietro ha abbandonato i telegiornali e le prime pagine dei quotidiani ma le indagini proseguono alacremente, nel frattempo un post scritto poche ore fa su Facebook dallo zio della ragazza, Marco Valerio Verni, riporta il caso all'attenzione dell'opinione pubblica. Come molti sapranno attualmente tre immigrati di origine nigeriana, Innocent Oshedale, Desmond Lucky, e Lucky Awelima sono detenuti con l'accusa, al momento, di omicidio, vilipendio ed occultamento di cadavere.
Fu nell'abitazione di Macerata del primo degli indagati che avvenne l'omicidio di Pamela, probabilmente al termine di una violenza sessuale.
I tre, durante i molti interrogatori avvenuti, cambiano spesso versione, si rimpallano le responsabilità e spesso arrivano a negare quelle evidenze che sarebbero dimostrate dai risultati delle analisi dei Ris effettuate nell'abitazione di Oshegdale e da ben due autopsie disposte dalla Procura di Macerata.
La pubblica invettiva dello zio di Pamela
Proprio partendo dal loro comportamento assolutamente non collaborativo, lo zio avvocato di Pamela scrive una via di mezzo tra lo sfogo e l'invettiva sulla sua pagina Facebook. Non usa mezzi termini per definire gli indagati, chiamandoli - letteralmente - 'ominidi sottosviluppati' poichè non è possibile definire diversamente chi ammazza una ragazza e poi la fa a pezzi.
La sua è una vera e propria promessa di impegno nei confronti dell'amata nipote. Essendo un'affermato avvocato, titolare di un studio legale di prim'ordine, scrive rivolgendosi direttamente ai tre nigeriani attualmente in carcere. Il messaggio è chiaro: potrete cambiare versione tra di voi quante volte vorrete, ma con me non avete scampo, ogni volta ve la smonterò e quello che direte vi si ritorcerà contro.
Ricorda loro che esistono i delitti perfetti solo se gli investigatori sono distratti. Ma non è il caso della Procura di macerata, secondo l'uomo, che non perde l'occasione per manifestare fiducia sulla loro preparazione e sulla reale intenzione di arrivare il più vicino possibile alla verità.
L'invettiva termina rivolgendosi anche a quella 'generica' parte politica definita compassionevole, spesso pronta a giustificare anche chi commette i peggiori delitti. Sarà tutto inutile, la sua è una vera propria promessa nei confronti dei presunti assassini di Pamela: 'non avrete scampo, perchè insieme ai colleghi del mio studio legale non vi daremo tregua'.