Sabato 24 marzo, quando andremo a letto, prima di addormentarci non dimentichiamo di spostare le lancette degli orologi avanti di un'ora. Anche nel 2018, come avviene ogni anno da tempo immemore, tornerà l'ora legale: per la precisione nella prima mattina di domenica prossima. Per l'esattezza, sarà nella notte di domenica 25 alle ore 2,00 il momento in cui tutti gli orologi dovranno passare direttamente alle 3,00, rubandoci un'intera ora di sonno. Durerà all'incirca sei mesi e, come sempre, terminerà l'ultima domenica del mese di ottobre.

Perchè esiste l'ora legale?

L'ora legale fu adottata per legge nel lontano 1966 e attualmente viene adottata in contemporanea in tutti i paesi dell'Unione Europea, in Svizzera ed in tutte le nazioni non UE dell'Europa dell'est ad eccezione della Confederazione Russa. Lo scopo è quello di sfruttare al meglio le ore di luce naturale al fine di risparmiare il consumo di energia elettrica. Secondo i dati forniti da Terna, il gestore italiano della rete elettrica nazionale, nel 2017 il risparmio si è attestato su 567 milioni di kilowattora, corrispondenti al consumo medio annuo di circa 200 mila famiglie. Questo minor consumo, oltre ad un risparmio come abbiamo visto considerevole, porta anche ad un miglioramento delle nostre condizioni ambientali.

Si calcola infatti che in nell'arco temporale in cui vige l'ora legale si registri un valore di emissioni di CO2 in atmosfera per 320 mila tonnellate in meno.

Chi inventò l'ora legale?

Forse non tutti sanno che il primo ad avere l'intuizione di spostare avanti le lancette di un'ora fu nel 1874 Benjamin Franklin. La sua proposta, illustrata in un articolo pubblicato sul Journal de Paris allo scopo di risparmiare sui costi delle candele, fu ritenuta all'epoca stravagante.

Fu adottata per la prima volta nel 1916 in Gran Bretagna con il nome di British summer time e lo scopo era quello ancora attuale. Ci si trovava nel pieno della prima guerra mondiale e si cercò di adottare una misura che consentisse un significativo risparmio energetico. In Italia venne adottata per la prima volta nello stesso anno imitando il modello inglese e rimase in vigore fino al 1920, due anni dopo la fine della grande guerra.

Fu poi adottata dal 1940 al 1948 sempre a causa di un conflitto bellico, in questo caso la seconda guerra mondiale. Venne definitivamente regolata nel 1965 con la legge numero 503 relativa ai provvedimenti sul risparmio energetico.