Il profumo della primavera e le giornate più lunghe sono un toccasana per il buon umore e non solo. Pochi giorni è il generale inverno lascerà spazio ai colori accesi della primavera. Stando alle previsioni meteo l’inizio sarà in salita con Burian 2 che potrebbe far precipitare le temperature al di sotto delle medie stagionali per alcuni giorni. L’unico anticipo di bella stagione arriverà dal primo cambio orario del 2018. Nella notte tra sabato 24 e domenica 25 marzo tornerà l’ora legale in barba a chi ne aveva chiesto l’abolizione al Parlamento Europeo.

La è stata bocciata per la gioia di chi preferisce avere un’ora in più di luce. Non mancherà chi storcerà il naso per lo spostamento delle lancette. Gli amanti del sonno dormiranno un’ora in meno e i primi giorni saranno difficile per chi è costretto a fare delle levatacce per questioni lavorative. Nello specifico le lancette saranno posizionate un’ora avanti nelle prime ore della domenica (alle 2,00: in tale momento diventeranno infatti le ore 3,00).

Lancette in avanti tra il 24 e il 25 marzo

In Italia l’ora legale è stata introdotta nel 1966 e, a distanza di 52 anni, la questione sull’utilità della variazione è tuttora oggetto di pareri divergenti da parte dagli studiosi. Secondo alcuni esperti spostare in avanti le lancette di un’ora comporta conseguenze sull’umore peggiori rispetto a quelle determinate dai cambiamenti meteorologici.

Da rilevare che il cambio avviene nell’orario notturno per non creare particolari disagi per quanto concerne i trasporti. David Wagner, docente di Management presso la University of Oregon, è tra i maggior detrattori del passaggio dall’ora solare a quella legale. Lo studioso ha analizzato l’effetto dello spostamento della lancette sul rendimento dei cosiddetti ‘colletti blu’.

Dalla ricerca è emerso che la maggior parte degli incidenti sul lavoro avverrebbe proprio in corrispondenza con il passaggio al nuovo orario.

David Wagner boccia l'ora legale

Inoltre è stato rilevato che un aumento del 67% dei dipendenti che si assentano dall’attività professionale per malattia. Wagner ha sottolineato che la perdita di sonno potrebbe comportare gravi conseguenze cardiache per alcune soggetti.

Il docente ha evidenziato che il lunedì successivo allo spostamento delle lancette ci sarebbe un incremento delle ricerche su internet da parte degli impiegati su contenuti di intrattenimento. Ovviamente sono diversi gli studiosi che pensano esattamente l’opposto e in tanti preferiscono le lunghe giornate della bella stagione a quelle corte e uggiose del generale inverno.