Nuovo colpo del presidente USA Donald Trump, che venerdì notte ha emesso un decreto che vieta alla maggior parte dei transgender di prestare servizio militare tranne che in "circostanze limitate". La raccomandazione politica approvata dal leader statunitense riporta categoricamente che "le persone transgender che richiedono o hanno subito una transizione di genere saranno escluse dal servizio militare".

Il comitato nazionale democratico ha criticato l'intervento, definendolo un insulto ai membri transgender dell'esercito USA. In una dichiarazione, la leader democratica della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha usato parole dure, affermando che questa nuova politica danneggerebbe la nazione.

Il tycoon torna alla carica

"Questo memorandum è lo stesso banale e disgustoso divieto che il presidente ha annunciato la scorsa estate", ha tuonato Nancy Pelosi, aggiungendo che il divieto imposto da Donald Trump tende ad umiliare i coraggiosi membri transgender dell'esercito USA che servono con onore e dignità la loro patria.

La nuova decisione di Trump è meno restrittiva rispetto ai proclami iniziali annunciati a luglio su Twitter. In quel periodo, il magnate americano aveva dichiarato che il governo degli Stati Uniti non avrebbe più consentito alle persone transgender di prestare servizio a qualsiasi titolo nell'esercito statunitense, cancellando di fatto la politica del suo predecessore, Barack Obama.

"Le forze armate USA non possono essere gravate dagli enormi costi e dagli sconvolgimenti medici che il personale transgender comporterebbe nell'esercito", aveva scritto Trump la scorsa estate sul social network.

Ad ottobre, però, un giudice del tribunale distrettuale della Columbia aveva bloccato temporaneamente il divieto di Trump, sostenendo che il ragionamento alla base era molto probabilmente incostituzionale, perché rappresentava una "disapprovazione delle persone transgender in generale".

Il giudice Colleen Kollar-Kotelly aveva stabilito che la politica militare in vigore rimanesse tale, congelando il divieto del presidente in materia.

Ora il tycoon è tornato alla carica, adottando di fatto le raccomandazioni ricevute il mese scorso dal Segretario alla Difesa Jim Mattis.

Le raccomandazioni al presidente

Mattis ha dichiarato che le persone con una storia o una diagnosi di disforia di genere (DIG), ovvero quella condizione in cui un individuo ha una chiara e persistente identificazione nel genere opposto a quello biologico, rappresentano un rischio per l'efficacia militare.

Ha anche aggiunto che i militari transgender già arruolati in seguito al decreto Obama potrebbero rimanere in servizio, mentre coloro che hanno richiesto o hanno già effettuato un cambio di identità dovranno essere espulsi dall'esercito.

"Secondo il mio giudizio professionale, queste politiche metteranno il Dipartimento della Difesa nella posizione più forte per proteggere il popolo americano, per combattere e vincere le guerre americane e per assicurare la sopravvivenza e il successo dei membri delle nostre forze militari in tutto il mondo", ha scritto Mattis in una sintesi delle sue raccomandazioni al presidente.

Un articolo del "New York Times" riporta che le affermazioni di Mattis sono in contraddizione con uno studio del 2016 della RAND Corporation, secondo cui permettere alle persone transgender di prestare servizio militare, avrebbe un impatto minimo sia sui costi di assistenza sanitaria per il Pentagono, che sull'efficienza delle truppe.

Tenendo conto dei risultati dell'analisi, i costi per l'assistenza sanitaria aumenterebbero da 2,4 milioni a 8,4 milioni di dollari l'anno, con un incremento infinitesimale pari allo 0,04/0,13% della spesa nazionale. Infine, secondo Rand Corporation, il numero dei soldati transgender in servizio attivo si aggirerebbe tra i 2.000 e gli 11.000.

Citando anche ricerche effettuate in altri Paesi dove è consentito alle persone transgender di arruolarsi, lo studio ha previsto uno scarso o nullo impatto sull'integrazione ed efficacia operativa a seguito dell'inserimento nelle forze armate USA.

Mattis, nella sua raccomandazione a Trump, si è lamentato del fatto che lo studio Rand abbia pesantemente manipolato i dati per sostenere le proprie conclusioni, facendo riferimento ad esperienze selettive di forze militari straniere, con requisiti operativi diversi da quelli degli Stati Uniti.

L'indignazione delle associazioni per i diritti civili

L'annuncio dell'introduzione di questa forte limitazione ha indignato le associazioni che sostengono la parità di genere, e gli avvocati che hanno promesso battaglia in tribunale. La Human Rights Campaign (HRC), la più grande organizzazione per i diritti civili della comunità LGBT, che sostiene la parità dei transgender, ha accusato l'amministrazione Trump di aver fomentato "pregiudizi anti-transgender sui militari".

"L'amministrazione Trump ha lanciato un divieto discriminatorio, incostituzionale e spregevole sulle truppe transgender", ha detto il presidente di HRC, Chad Griffin.

Secondo Joshua Block, un noto avvocato dell'American Civil Liberties Union LGBT, ciò che si nasconde dietro il nuovo provvedimento della Casa Bianca, altri non è che "transfobia mascherata da politica".

Dal Pentagono, intanto, il portavoce, il maggiore David Eastburn, ha dichiarato che la nuova politica non ha alcun effetto pratico immediato sull'esercito, perché vige l'obbligo di continuare a reclutare e mantenere nelle forze armate personale transgender in conformità alla legge corrente.

Dunque, otto mesi dopo il primo annuncio, ciò che accadrà ai militari transgender in servizio attivo nelle forze armate USA non è ancora chiaro.