Tutto da rifare. L’accordo di acquisizione della Weinstein Company, che era già stato firmato e si trovava ormai in fase di verifica, è saltato. A comunicarlo è stata colei che era a capo della cordata di investitori, Maria Contreras-Sweet, ex capo del Dipartimento delle Piccole e medie imprese dell´amministrazione Obama. “Dopo aver firmato l’accordo”, ha spiegato l’imprenditrice, “e aver iniziato la fase di verifica per la conferma, le informazioni che abbiamo ricevuto sulla fattibilità della finalizzazione della transazione sono purtroppo risultate del tutto insoddisfacenti”.
Insieme alla Contreras-Sweet, nella cordata di investitori c’era anche il miliardario Ronald Burkle, co-fondatore di una delle più importanti società statunitensi di private equity e venture capital.
Gli investitori avevano firmato un accordo del valore di 500 milioni di dollari, prospettando un nuovo consiglio di amministrazione formato in maggioranza da donne e ipotizzando un rilancio della società fondata dal produttore Harvey Weinstein poi travolto dallo scandalo delle molestie sessuali. Si prevedeva l’apertura di nuovi uffici e la distribuzione dei film già in lavorazione, oltre che l’istituzione di un fondo a favore delle vittime degli abusi sessuali.
Per il board della Weinstein Company lo spazio di manovra si restringe
A questo punto per la Weinstein Company si riaffaccia l’ipotesi del fallimento, come peraltro aveva già detto chiaramente il board prima della firma dell’accordo poi saltato. Il consiglio di amministrazione della Weinstein Company accusa la cordata guidata da Contreras-Sweet e Burkle di essersi tirata indietro senza un buon motivo.
”La scusa degli investitori di aver appreso nuove informazioni sulle condizioni finanziarie della Società è proprio questo, una scusa", hanno scritto i dirigenti in una nota.
"La compagnia è stata trasparente riguardo alle sue terribili condizioni finanziarie, fino al punto di annunciare il proprio rischio di fallimento”, si legge ancor nel comunicato del board.
“Ci rammarichiamo nel ritenere che questo acquirente non avesse intenzione di mettere in atto le sue promesse”.
A rischio il posto di lavoro di 150 persone
Con la bancarotta della Weinstein Company perderanno il posto di lavoro 150 persone, a cui si è rivolto direttamente Bob Weinstein, presidente della società e fratello di Harvey. “Mi dispiace per la terribile notizia che è appena uscita”, ha scritto. "Ci sono altre opzioni che stiamo cercando al di fuori della bancarotta e che potrebbero giungere a buon fine”, ha aggiunto.