Lo scandalo degli abusi sessuali che ha travolto l'ex produttore Harvey Weinstein ha trascinato nel baratro anche la sua società, la Weinstein Company, che è finita sull'orlo della bancarotta, con quasi 400 milioni di dollari di debiti.

A salvare dal fallimento l'azienda cinematografica è adesso una cordata di investitori con a capo una donna. A dirigere il gruppo, che mettendo sul piatto 500 milioni di dollari ha rilevato l'impresa fondata dal produttore caduto in disgrazia, c'è infatti Maria Contreras-Sweet, 62 anni, ex capo del Dipartimento delle Piccole e medie imprese dell´amministrazione Obama.

Insieme a lei anche il miliardario Ron Burkle, 65 anni, investitore e filantropo, co-fondatore di una delle più importanti società statunitensi di private equity e venture capital.

Verrà lanciata una nuova società, con un nuovo consiglio d'amministrazione e una nuova visione

"Il nostro team", ha dichiarato la Contreras-Sweet in una nota, "è lieto di annunciare che abbiamo compiuto un passo fondamentale raggiungendo un accordo per l'acquisto di beni dalla 'The Weinstein Company', al fine di lanciare una nuova società, con una rinnovato piano operativo e una nuova visione, che incarni i principi che abbiamo sostenuto da quando abbiamo iniziato questo processo".

L'imprenditrice assicura che verranno salvaguardati i posti di lavoro degli attuali dipendenti della Weinstein Company e che nella nuova realtà societaria il consiglio direttivo sarà composto in maggioranza da donne.

Inoltre verrà istituito un fondo di compensazione per le vittime degli abusi sessuali.

"Vogliamo che il nostro studio cinematografico sia capitanato da un consiglio composto in maggioranza da donne indipendenti", ha ancora spiegato la Contreras-Sweet. "La nostra operazione consentirà di salvare 150 posti di lavoro e di creare un fondo a tutela delle vittime degli abusi".

Un accordo concluso in extremis, poco prima che venisse inoltrata istanza di fallimento

La conclusione dell'accordo tra il team guidato dalla Contreras-Sweet e il board della Weinstein Company è stato concluso in extremis. Il board della società dell'ex produttore aveva già annunciato che se l'azienda non avesse dovuto essere rilevata in tempi rapidi, avrebbe inoltrato un'istanza di fallimento.

I termini economici dell'operazione erano stati fissati negli scorsi giorni dal procuratore di New York, che aveva avviato un'azione legale con lo scopo di tutelare le vittime degli abusi e avere la certezza della disponibilità di fondi per i risarcimenti.

In base all'accordo raggiunto tra la cordata di investitori e il board della Weinstein Company, i nuovi proprietari acquisiranno l'intera libreria di 277 film della vecchia società. Nei piani del nuovo consiglio di amministrazione c'è in progetto l'apertura di uffici a Los Angeles e a Londra e grazie all'apporto di capitale fresco, c'è in previsione l'annuncio delle date di uscita di differenti film che sono già in lavorazione.