Si è finto un giornalista ed esattamente come avrebbe fatto un normale collega, si è unito a loro, con in mano una telecamera e con l'altra facendo partire la carica esplosiva: ha agito così il kamikaze che si è fatto esplodere nel secondo attentato avvenuto oggi a Kabul, nel quartiere di ShashDarak, che ha scelto di colpire in mezzo ad un gruppo di giornalisti accorsi sul luogo del primo attentato per documentarne gli accadimenti. Un bilancio non definitivo parla di 25 morti, di cui nove tra reporter e operatori dell'informazione, giunti nel quartiere dopo che un kamikaze carico di tritolo si era fatto esplodere dopo essere arrivato a bordo di una moto.
Un attentato alla stampa
A poca distanza dall'ultimo attentato del 22 aprile, costato la vita a 48 persone, Kabul torna ad essere scenario di terrore e morte, ancora una volta sotto la rivendicazione dell'Isis. Si parla di un vero e proprio attentato allo stampa, un'esplosione-esca per farli accorrere in maggior numero verso una zona circoscritta. Tra le prime testimonianze, quella del regista Rai, Andrea Salvadore, che ha parlato di un forte boato avvertito dalla zona dove si trova la cosìddetta "zona bunkerizzata" posta al centro di Kabul. Salvadore si era recato nella città afghana per girare un documentario sui soldati italiani nel paese.
Un attentato che colpisce duramente i media, locali e non, tra cui il fotoreporter di France-Presse, Shah Marai, autore di un blog e di decine di reportage sul conflitto della sua terra e ancora cameramen della tv locale Tolo Tv, di ToloNews, dell'emittente Mashal Tv e di Azadi Radio.
Qualche ora dopo la tragedia, è giunta puntuale la rivendicazione, riferita da Al Jazira, ad opera di un gruppo armato legato all'Isis, cellula che dai primi mesi del 2018 a oggi ha portato a segno cinque attentati terroristici.
Nelle stesse ore, hanno perso la vita in un altro attentato nei pressi della provincia meridionale afghana di Kandahar, undici studenti che si trovavano all'interno di una madrassa (scuola coranica), colpita a causa di un kamikaze che si è fatto esplodere al passaggio di un convoglio Nato davanti a una moschea.
Una situazione al limite, come riporta emergency a Repubblica, che riferisce di attacchi quotidiani, senza che si riescano ad intravedere "vie d'uscita". L'ospedale dell'associazione internazionale ha accolto, nella sua struttura a Sulh Road, 17 dei 49 feriti totali.