Sembra che il presidente della Corea del Nord, Kim Jong-un, abbia finalmente confermato la volontà di intrattenere un colloquio con il presidente degli Stati Uniti d'America per discutere delle denuclearizzazione.A rivelarlo è stato un funzionare americano citato dal Wall Street Journal. Secondo le fonti, la disponibilità del dittatore coreano a intraprende il colloquio è avvenuto a seguito di incontri segreti tra i due paesi.Se l'incontro avvenisse realmente sarebbe un evento storico, in quanto si tratterebbe del primo vertice in assoluto tra un presidente nord coreano e un presidente americano.

La possibile data dell'incontro

Anche se non ci sono certezze sulla data e le modalità dell'incontro, dai servizi segreti sudcoreani è giunta la notizia che il colloquio potrebbe svolgersi entro maggio. Tuttavia dalla Casa Bianca non hanno voluto rilasciare ulteriori dichiarazioni. Il possibile incontro dovrebbe avvenire in un paese terzo anche se secondo l'intelligence americana il dittatore coreano starebbe facendo pressione per far sì che il summit avvenisse nella capitale della Corea del Nord. Altre fonti invece indicano che tra le possibili località potrebbe essere scelta la capitale della Mongolia, Ulan Bator.

A quali conseguenze potrebbe portare il summit

La questione della denuclearizzazione è difficile da affrontare.

Un possibile dialogo tra i due presidenti non vuol dire che si giungerà ad un sicuro accordo. Dalla capitate nordcoreana Pyongyang, fanno sapere che la denuclearizzazione della Corea del Nord deve procede in modo sincronizzato con le concessioni economiche e diplomatiche statunitensi. Inoltre, anche con la buona volontà di Kim, non è detto che Trump sia pronto ad accettare tempi troppo lunghi per dar modo alla Corea del Nord di smantellare tutto il suo armamento nucleare.

Cosa vorrebbe la Corea del Nord in cambio

A proposito di denuclearizzazione, però la Corea del Nord ha più volte detto che tale azione può essere intrapresa solo se gli Stati Uniti rimuoveranno le truppe di difesa tra Corea del Sud e Giappone. Un'azione questa che se da una parte potrebbe tranquillizzare gli Stati Uniti da possibili attacchi futuri, dall'altra creerebbero altri problemi, lasciando i due paesi, Giappone e Corea del Sud, privi di efficaci difese contro missili a breve medio raggio e altre possibili azioni militari anche da parte di Kim Jong-un.