Ottime dal mondo della salute e della medicina. A Pavia è stato effettuato il primo intervento al mondo tramite adroterapia con protoni per curare una grave forma di cardiomiopatia dilatativa, che aveva colpito un uomo di 73 anni. L'intervento è stato effettuato presso nel CNAO (Centro nazionale di adroterapia oncologica), una delle poche strutture al mondo dotate di macchinari capaci di generare fasci di protoni che prima d'ora venivano utilizzati esclusivamente per la cura di tumori non operabili e radioresistenti.

Perché è stata scelta la cura tramite fascio di protoni

Il Cnao, in un comunicato, ha spiegato che la scelta della cura tramite fascio di protoni è nata dalla necessità di contrastare una grave aritmia ventricolare che aveva colpito un paziente di 73 anni, ricoverato al Policlinico San Matteo di Pavia dal 13 dicembre 2019, poiché né le cure tradizionali né le cure avanzate, che solitamente vengono adoperate per questo tipo di problemi, avevano risolto la grave condizione che avrebbe potuto mettere l'uomo in serio pericolo di vita. L'intervento sembra perfettamente riuscito e il paziente al momento è in riabilitazione.

Come avviene la cura tramite radioterapia con protoni

Roberto Rordorf, responsabile dell'Unità di Aritmologia della Cardiologia del Policlinico San Matteo, diretta da Luigi Oltrona Visconti, spiega che in passato, per risolvere problemi di aritmie cardiache, era stata utilizzata, seppur in maniera sperimentale, la radioterapia con fotoni.

La differenza però con la radioterapia di neutroni sta nel fatto che quest'ultima garantisce un impatto più basso sui tessuti delicati circostanti. In particolare, a differenza della radioterapia convenzionale che utilizza i raggi X, essa si avvale di fasci di particelle pesanti di protoni, prodotti da un acceleratore di particelle chiamato sincrotrone, che se sparati su cellule malate ne danneggiano il DNA provocandone la morte e causando meno danni alle cellule dei tessuti sani circostanti.

Il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica di Pavia è l'unico centro italiano autorizzato a effettuare questo trattamento, che fino ad ora era stato utilizzato solo su pazienti affetti da tumori inoperabili con metodologie tradizionali. In campo oncologico, al momento, sono circa 4500 i pazienti in lista di attesa per accedere alle cure con questa terapia.

Ricordiamo inoltre che, fino a poco tempo fa, il trattamento era molto costoso e veniva rimborsato soltanto dai servizi sanitari di Lombardia e Emilia Romagna, mentre adesso è entrato nel sistema sanitario nazionale.