In un mondo dove l’essere donna è sempre più un ostacolo, dove compaiono slogan come #paymetoo per richiedere uguali diritti, dove per farsi ascoltare e rispettare, chi non è uomo deve faticare il doppio, e non sempre ottenendo un risultato efficace; e ancora, dove la maternità è considerata più come un handicap che come una risorsa, brillano stelle che dimostrano come questa mentalità non stia più in piedi (e come non avrebbe dovuto farlo mai).

È questo il caso di Marica Branchesi, l’astrofisica originaria di Urbino che ha visto comparire il suo nome nella lista delle 100 persone più influenti del mondo secondo il quotidiano americano Time grazie al suo lavoro sulle onde gravitazionali.

La prima italiana, tra l’altro, a provenire dal mondo scientifico.

Una doppia conquista

Monica ha 41 anni ed è madre di due bambini. La chiamata per il ‘guardare oltre’ è sempre stata racchiusa in lei. Dopo essersi laureata in astronomia all’università di Bologna, ha iniziato a lavorare al Gran Sasso Science Institute dell’Aquila ed è entrata a far parte, in compagnia del marito tedesco, del team internazionale Virgo, gestito dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Il suo cammino verso la scoperta delle onde gravitazionali l’aveva già portata ad un successo simile alla fine del 2017, quando Nature l’aveva eletta ad una dei 10 scienziati dell’anno. È quindi duplice, in realtà, il suo successo, ufficialmente coronato nella categoria Pioneers del Time.

Tanti in progressi in poco tempo

Il suo obiettivo di catturare, dunque, quelle stesse onde che, almeno in principio, abitavano solo la geniale mente di Einstein, può dirsi completato. La sua prima osservazione risale solo a tre anni fa, nel 2015. ‘Solo’ perché in precedenza ci erano voluti decenni di tentativi, che di fatto erano poi andati drammaticamente a vuoto, per riuscire a raggiungere il punto da cui Marica è partita.

Questa rapidità, spiega l’astrofisica, è da ricercarsi sia nei sempre più numerosi progressi tecnologici, sia nel fatto che i fenomeni che generano le onde si sono fatti sempre più frequenti, donando agli scienziati una quantità maggiore al normale di dati da studiare e controllare.

La presa sul pubblico

Nonostante la difficoltà del tema, Marica si è vista ‘costretta’ a più riprese a cercare di spiegare ai più il suo lavoro, cosa stesse studiando e perché.

Ma malgrado l'estrema difficoltà della missione (che va di pari passo con quella di osservare le onde), la ricercatrice si vede soddisfatta.

È vero, talvolta semplificare o dare una visione un po’ troppo superficiale è necessario, tuttavia l’entusiasmo di Monica ha vinto ancora una volta, riuscendo ad appassionare un numero smisurato di persone che grazie a lei si sono avvicinate al mondo della scienza.

Ulteriori sviluppi e nuovi orizzonti

Il tentativo di approcciare il pubblico a questo universo non si esaurisce però con le sue conferenze. È infatti ora possibile per ogni appassionato riuscire ad individuare una sorgente delle onde gravitazionali, grazie agli alert pubblici. Quando un’antenna gravitazionale riceverà una segnalazione, Marica ed i suoi colleghi lanceranno un segnale percepibile anche dagli astrofili dilettanti, che potranno così puntare gli occhi verso le coordinate annunciate.

Purtroppo, a causa della limitata dimensione dei loro telescopi, solo gli scontri più splendenti saranno visibili. Così non è ovviamente se si pensa a chi a queste osservazioni ha dedicato la vita, anche grazie ad una maggiorata sensibilità degli strumenti che dovrebbe arrivare per l’inizio del prossimo anno. Sempre nuove antenne dotate di tecnologie all’avanguardia si stanno infatti spargendo in tutto il mondo, dall’Italia, agli Stati Uniti, al Giappone.