Riconosceremo l’indipendenza del Kosovo solo se la Serbia riceverà qualcosa in cambio. Così si è espresso questa settimana il presidente serbo Aleksandar Vučić, durante una sua intervista per il quotidiano britannico ‘The Guardian’. Lui ha affermato che si potrebbe aprire una piccola finestra di "sei mesi oppure un anno", in cui potrebbe essere possibile firmare un accordo. Vučić ha spiegato che la Serbia è pronta a discutere per qualsiasi problema e prendere in considerazione ogni singola proposta che verrà fatta, per concludere un compromesso.
Però, il presidente serbo ha sottolineando il fatto che tutto questo si possa intraprendere solo ad una condizione, che alla Serbia venga offerto qualcosa in cambio.
Cosa spera la Bruxelles?
Ci sono più di 100 Paesi che hanno riconosciuto l’indipendenza del Kosovo, ma ancora cinque delle Nazioni dell’UE che mancano alla lista. Invece da Bruxelles si spera che Belgrado riconosca, anche se formalmente, l’indipendenza del Kosovo, affinché questo nuovo Paese si unisca all’ONU e che la Serbia ed il Kosovo insieme inizino un percorso verso la loro adesione all’UE. Secondo ‘The Guardian’, Vučić ci gioca su con queste speranze, però in cambio vuole che la Serbia riceva un pacchetto di benefici. Inoltre, il quotidiano britannico, analizzando la sua figura di politico, sottolinea che il presidente serbo ha buttato dietro le spalle molti dei suoi punti di vista nazionalisti e che ha rifiutato le accuse di autoritarismo.
Grazie e questo, ora viene visto dalla comunità internazionale come il leader che potrà firmare il patto di pacificazione con il Kosovo.
Un vero 'martire' per la causa serba
'The Guardian' descrive il presidente serbo Vučić come un uomo di contraddizioni, che domina la scena politica del Paese e, da quando ha avuto questo ruolo, ha trasformato la presidenza mettendola al centro del potere, non più come parte cerimoniale del Paese.
Secondo il quotidiano, Vučić è diverso da altri leader dominanti, perché non usa gesti o oratorie violente, lui raramente alza la voce durante i suoi discorsi ma usa richiami emotivi sussurrati. Tutto ciò lo ritrae come un instancabile martire per la causa serba. Durante gli ultimi mesi, Vučić è stato impegnato in un vortice di incontri con alcuni leader occidentali, cercando di convincerli di offrire una soluzione di compromesso che porti benefici concreti per la Serbia.
Dopo un incontro con lui, il presidente del consiglio europeo, Donald Tusk, che si trovava a Belgrado mercoledì scorso per incontrare Vučić, ha dichiarato che il presidente serbo fosse "un'anima gemella" e che fosse "la prova vivente che si può essere allo stesso tempo un patriota forte e un ragionevole pragmatico".