Solo una decina di giorni addietro, i concittadini di Antonio Alexander Pascuzzo, avevano organizzato una fiaccolata lungo le vie di Buonabitacolo (un paese in provincia di Salerno con poco più di 2mila abitanti) da dove Antonio era svanito nel nulla. E' il tardo pomeriggio di venerdì 6 aprile, quando il diciottenne esce dalla casa dello zio in bici-una BMX color argento-per comprare le sigarette, infatti le ultime azioni note del giovane sono riprese dalle videocamere di sorveglianza di una tabaccheria, dove acquista del tabacco.
Ritrovato con diverse coltellate al petto
Nel pomeriggio del 14 aprile la macabra scoperta del suo corpo, martoriato con diverse coltellate al petto, almeno sei, in un dirupo vicino ad un fiume in una zona desolata non molto lontana dalla piscina comunale. Secondo quanto trapelato, la morte risalirebbe a circa tre giorni fa. L’intera comunità di Buonabitacolo è scossa per la morte a soli 18 anni di Antonio Pascuzzo.
Le ricerche e gli appelli dei genitori
Antonio Alexander Pascuzzo abitava a Buonabitacolo da qualche mese con il padre e lo zio dopo essere ritornato dal Perù, dove attualmente vive la madre separata dal padre. Immediatamente dopo la sua scomparsa, carabinieri, vigili del fuoco, e volontari,insieme al padre,si erano messi sulle tracce di Antonio Alexander Pascuzzo.
In quei giorni il padre aveva fatto un appello ai microfoni de “La vita in diretta” -la trasmissione di Rai1-e successivamente anche la madre ,Milena Jovanna , direttamente dal Perù aveva pubblicato un video ripreso dai media in cui esprimeva la sua forte preoccupazione, rassicurando il ragazzo sulla loro comprensione e la disponibilità ad ascoltarlo ed aiutarlo.
Non merito più di vivere, scriveva su Facebook
Dopo qualche segnalazione non attendibile le ricerche sono state vane purtroppo il cellulare era irraggiungibile probabilmente spento. Lo stesso cellulare sul quale- secondo lo zio- il giovane aveva ricevuto un sms o un messaggio WhatsApp prima di scomparire. Prima di uscire avrebbe ricevuto una telefonata perché il cellulare del ragazzo avrebbe squillato due volte a vuoto quel pomeriggio, da allora risultava spento.
Poi una serie di indizi, come ad esempio lo stato WhatsApp di Antonio, cambiato il giorno precedente del tragico epilogo, per poi non collegarsi più. Due emoticon inquietanti: una faccia triste e una bara. Il 6 marzo scorso Antonio aveva pubblicato un post sulla sua pagina Facebook: “Penso che non merito più di vivere”, scritto in spagnolo.