Un giallo di Pasquetta a Roma, nel collegio dei Legionari di Cristo: alcuni particolari non tornano nella morte di Anthony Freeman, il seminarista americano di 29 anni, ritrovato nella sua camera nel pomeriggio di lunedì. L’uomo originario della Louisiana si era intrattenuto la sera prima con alcuni compagni di corso, al termine di una giornata impegnativa: infatti aveva partecipato alla messa di Pasqua di papa Francesco a San Pietro, facendogli da chierichetto. L’indomani lo attendeva, insieme agli altri ospiti della residenza romana, un ritiro in Campania, dalle parti di Sorrento.
“Anche domenica abbiamo cenato verso le 20, come ogni sera, e siamo andati tutti a dormire dopo una preghiera, verso le 22” ha spiegato Padre Aaron Smith, il portavoce della congregazione.
I dubbi del medico legale
Anthony, un ragazzone alto e molto sportivo, si sarebbe ritirato nella sua stanza dopo un brindisi con i suoi amici, per non uscirne mai più. Alcuni strani elementi hanno impedito al medico legale di dichiarare che il decesso dell’uomo, ritrovato coricato sul letto nella stanza buia e perfettamente in ordine, sia avvenuto per cause naturali. Queste incongruenze hanno spinto il pm Nadia Plastina a chiedere ulteriori accertamenti e ad aprire un'inchiesta ipotizzando il reato di morte come conseguenza di un altro delitto.
Infatti alcuni particolari hanno sin da subito insospettito gli inquirenti: primo fra tutti lo stato avanzato di decomposizione del cadavere, che ha reso impossibile accertare con precisione il momento del decesso: eppure tutti concordano nell’affermare che solo poche ore prima Freeman era vivo.
Il ritardo nel dare l’allarme
Si è dunque resa necessaria un’autopsia, per spiegare lo strano fenomeno del deterioramento accelerato del corpo del giovane, che è stato trovato in pigiama e senza apparenti lesioni esterne, in una curiosa posizione – a pancia in giù e con le braccia incrociate – simile a quella che i sacerdoti assumono al momento della loro ordinazione.
“Non c’è nulla di particolare, è così che Anthony dormiva abitualmente” ha commentato sul web John Struder, un suo compagno di corso, che evidentemente lo aveva visto altre volte riposare in quel modo. Inoltre bisogna capire come mai nessuno si sia accorto dell’assenza di Freeman alla partenza per la gita di Pasquetta, tanto che i suoi amici hanno dato l’allarme solo nel pomeriggio di lunedì, quando – verso le 16 – hanno chiesto ad uno dei prelati rimasti nella struttura di andare nella sua stanza a controllare.
“Siamo stati noi a chiamare le forze dell’ordine per trasparenza – aggiunge il portavoce dei Legionari di Cristo – non c’è nulla da nascondere, è necessario fare chiarezza”. Sono attesi a Roma nelle prossime ore Debbie e Brian Freeman, i genitori di quel giovane seminarista che si definiva un “Catholic life coach”, ossia un motivatore della religione cristiana, perché interessato all’evangelizzazione dei più giovani – aveva anche scritto un libro a riguardo, “One step closer” – e da sempre molto attivo sul web.