Raid missilistico in Siria nella notte (ora italiana) del 14 aprile 2018. Il presidente della Russia Vladimir Putin ha richiesto urgentemente una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, convocato alle 17 del 14 aprile 2018. "Aggressione", "Violazione del Diritto Internazionale", "ci saranno conseguenze", le frasi utilizzati tramite i media e i suoi ambasciatori da parte del presidente Putin che, inoltre, sottolinea l'assenza di un mandato da parte dell'Onu che avrebbe dovuto permettere l'Attacco da parte degli alleati di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia.

Ora si attendono le dichiarazioni ufficiali di intenti.

Oggi, 14 aprile 2018: attacco in Siria

Ore 22 a Washington, ore 3 in Italia, 14 aprilie 2018: il presidente USA Donald Trump annuncia in TV un raid missilistico in Siria ad opera degli alleati di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Quasi un'ora di bombardamenti con diversi punti di attacco, quali un punto di ricerca a Damasco, un deposito di armi chimiche e un comando a Homs. Il presidente Trump riferisce che gli attacchi sono volti all'estirpazione della minaccia "armi chimiche" in Siria. L'intento, riferisce il primo ministro britannico Theresa May, non è assolutamente quello di destituire il numero uno siriano Assad. Per ora non si registrano dichiarazioni riguardo civili morti o feriti a seguito dell'attacco, se non 3 presunti feriti in base a quanto riportato dai media siriani.

Diverse le stime sul numero di missili lanciati: gli Stati Uniti riferiscono di circa 110 missili lanciati, la Russia di 103 missili, e 71 di essi abbattuti dalla Siria, l'Osservatorio per i diritti umani in Siria riferisce di 65 missili lanciati. Gli USA prontamente smentiscono, dichiarando che tutti i loro missili hanno centrato gli obiettivi.

L'attacco della notte del 14 aprile, arriva dopo una serie di annunci da parte del presidente Donald Trump che premonivano l'evento e prefiguravano come volontà, l'azzeramento dell'arsenale chimico in Siria, dopo l'attacco contro i civili, attribuito al presidente siriano Assad, in cui ci furono almeno 50 morti.

La reazione della Russia

L'ambasciatore russo negli Stati Uniti dichiara che l'attacco missilistico ad opera degli alleati contro la Siria, rappresenta uno "schiaffo al presidente Russo Putin" e che porterà temibili conseguenze. Lo stesso Putin, riferiscono le agenzie russe, si esprime in termini di "violazione del diritto internazionale" riguardo l'attacco, e aggressione in terra straniera di una Nazione impegnata a combattere il terrorismo in casa propria. Lo stesso ambasciatore russo, riferisce Interfax, sostiene che l'attacco è stato un "insulto al presidente Putin e ciò è inammissibile", e continua dichiarando l'ipocrisia degli Stati Uniti e del presidente Trump nello scagliarsi contro le armi chimiche quando gli stessi sono in possesso del più grande arsenale chimico al mondo.

Scontro Usa-Russia durante il Consiglio Onu

Ore 17 (italiana), 14 aprile 2018: indetto un consiglio di sicurezza Onu riguardo l'attacco degli alleati in Siria, ed è subito scontro USA - Russia. L'ambascatore russo invoca la Carta delle Nazioni Unite e accusa gli Stati uniti di non rispettarne il codice internazionale di comportamento. L'ambasciatrice USA replica confermando la linea di attacco nei confronti di Assad, nel caso usasse ancora armi chimiche, e che gli Stati Uniti sono "pronti a sparare".

Le reazioni degli altri Stati

  • Il ministro degli esteri siriano definisce l'attacco una "barbarie", e il presidente siriano Assad dichiara, ora ancor più, la sua determinazione a continuare a combattere;
  • l'ayatollah siriano Ali Khamenei, definisce gli alleati Donald Trump, Theresa May e Emmanuel Macron dei "criminali", in un suo post sul social Twitter;
  • a Damasco, si scende in strada acclamando la vittoria del leader Assad, sfidando gli alleati;
  • dalla Cina arriva l'invito alla diplomazia dal portavoce del ministro degli esteri, e si invoca un'ulteriore indagine per chiarire la presenza o meno di armi chimiche nell'attacco passato a Douma;
  • il presidente turco Erdogan auspica un dialogo politico;
  • Il Canada e il Giappone sostengono l'attacco degli alleati;
  • dall'Italia, Paolo Gentiloni spinge per una soluzione diplomatica per il raggiungimento della stabilità nei territori siriani;
  • sostegno dalla Nato e dall'UE, che dichiarano che prima dell'attacco degli alleati la Russia era stata informata .

Cosa succederà ora?

Fonti vicine a Donald Trump dichiarano l'intento del presidente USA di continuare nei giorni a seguire la sua azione militare in Siria, e la sua preoccupazione riguardo l'incremento eccessivo dell'arsenale antiaereo e antimissilistico della Russia. La Guerra pare servita.