Questa mattina, nella Scuola elementare De Amicis di Napoli, una brutta sorpresa attendeva genitori e alunni. Più punti della facciata dell’edificio sono stati imbrattati da scritte ingiuriose e irripetibili dirette a una maestra che da anni insegna in una delle migliori scuole della città. Gli autori delle offese sono sconosciuti e dalla scuola è partita la denuncia contro ignoti.
Genitori e alunni violenti
Non si tratta che dell’ennesimo caso di violenza, in questo caso verbale, che colpisce gli insegnanti nel nostro Paese. L’alleanza educativa tra insegnanti e genitori si fa sempre più labile e le reazioni dei genitori a una nota o persino ad un rimprovero arrivano ad essere persino violente quando non si limitano a una protesta nell’ufficio del preside.Non si sono limitati a protestare, ad esempio, i genitori di un ragazzo in un liceo di Avola dove a gennaio i genitori hanno rotto una costola all’insegnante di educazione fisica che aveva invitato il ragazzo a chiudere la finestra prima di recarsi in palestra.
Uno degli ultimi casi in ordine di tempo, fra i più vergognosi ed eclatanti, è l’aggressione contro un docente ipovedente di un istituto di Palermo. Sostenendo che il professore avesse rimproverato esageratamente la figlia, il padre della ragazza l’ha colpito al volto con un pugno, provocandogli un’emorragia celebrale.
Perché accade
Le ragioni di questi episodi di violenza sono innanzi tutto di natura sociale. Se consideriamo la scuola come specchio della società e quindi in grado di rifletterne, nel bene e nel male, le sue varie sfaccettature, questo episodio allora dimostra la mancanza del limite nella reazione. Si è perso il ruolo educativo primario degli insegnanti e per i docenti oggi è sempre più difficile frasi rispettare.
L’insegnante ha un riconoscimento sociale precario, viene inoltre considerata una persona che non è riuscita a realizzarsi nella vita e viene pagata poco. La loro autorità, prima tenuta in altissima considerazione, non viene per questo riconosciuta né dai ragazzi, né tantomeno dai genitori che si schierano senza remore, e senza approfondire le questioni, al fianco dei loro pargoli.
I genitori spesso non sono in grado di accettare l’errore del figlio, non sanno gestire la frustrazione di un insuccesso, grande o piccolo che sia. Mamma e papà entrano in panico quando un insegnante mette in luce le difficoltà dell’alunno. Tuttavia l’errore deve essere visto come un’opportunità di crescita e miglioramento.
I genitori che aggrediscono gli insegnanti si sentono feriti nell’orgoglio dando sfogo in maniera impulsiva alla propria rabbia.
Pronto soccorso per i docenti
Tuttavia non sono solamente le violenze fisiche a preoccupare: secondo i Cobas sono ancora più diffuse e invasive “le aggressioni verbali praticate dai genitori, che arrivano fino al mobbing e allo stalking nei confronti degli insegnanti, con gruppi agguerriti che, usando i social, esercitano una pressione verbale e psicologica ostile, intervenendo arbitrariamente nella didattica a favore dei propri figli e pretendendone il massimo successo scolastico”. Per questo motivo il Cobas intende mettere a disposizione un servizio che coinvolga interventi sindacali e legali nelle scuole dalle quali provengono le segnalazioni.
Poiché gli episodi prima sporadici di violenza stanno diventando sempre più numerosi. Concludendo il portavoce del Cobas specifica che “Esistono già tutte le norme, dentro e fuori la scuola, per operare al meglio. È sufficiente che tutti i protagonisti della scuola recuperino il senso della propria professione e usino al meglio gli strumenti educativi – ma anche sanzionatori laddove inevitabili – già a disposizione”.