'Se legalizzano la cannabis per noi è la fine', è questa una delle frasi più emblematiche, tra le tante emerse dalle intercettazioni, pronunciate dai vertici di un'organizzazione criminale, sgominata in Abruzzo nei giorni scorsi.

Il clan camorrista abruzzese temeva le conseguenze economiche della legalizzazione della cannabis

Ben ventitré le persone coinvolte nelle indagini - tra queste undici sono già finite dietro le sbarre - che hanno portato alla luce un traffico di tonnellate di marijuana, venduta principalmente nel territorio della provincia dell'Aquila.

Il clan, che le forze dell'ordine e organi di stampa non hanno esitato a definire 'camorrista', era oggetto di indagine da parte delle autorità da circa tre anni, periodo durante il quale gli appartenenti all'organizzazione sono stati costantemente monitorati ed intercettati.

A svelare buna parte dei contenuti delle conversazioni che intercorrevano tra gli appartenenti al collettivo criminale abruzzese, ci ha pensato il colonnello dei carabinieri Antonio Servedio, durante la conferenza con la quale le forze dell'ordine hanno comunicato ufficialmente l'esito delle indagini agli organi di stampa locali.

Il colonnello ha sottolineato la significativa preoccupazione, mostrata dagli appartenenti al clan camorrista, relativamente al tema della legalizzazione delle droghe leggere, circostanza che – come è facilmente intuibile, dato che, di fronte alla possibilità di scegliere chiunque, preferirebbe acquistare cannabis tramite dei canali regolamentati e legali – avrebbe sicuramente tagliato le gambe a quello che con ogni probabilità era il business principale dell'organizzazione.

'Dalle conversazioni che intercorrevano tra i membri del clan' – ha raccontato l'ufficiale – 'E' impossibile non rilevare una significativa apprensione, relativamente ad un'eventuale entrata in vigore di una nuova legge in materia di regolamentazione della cannabis.

Le persone oggetto di intercettazione infatti, erano chiaramente impaurite dall'impatto economico che una circostanza del genere avrebbe avuto in termini economici per il loro business.'

La vicenda colpisce l'opinione pubblica: le implicazioni politiche

Ben 5, 6 tonnellate di cannabis, che sul mercato illegale avrebbero fruttato probabilmente qualche milione di euro, questo il quantitativo sequestrato dagli agenti delle forze dell'ordine nei giorni scorsi in Abruzzo.

La vicenda sta suscitando molto clamore on line, rianimando a discussione, mai sopita in Italia, sul tema della legalizzazione, soprattutto ora che prende sempre più corpo l'ipotesi di un alleanza di scopo tra il Movimento 5 stelle e la Lega, parti politiche che sul tema hanno due visioni diametralmente opposte.