La pena di morte è un decreto penale previsto per colpe gravi come l’omicidio e l’alto tradimento. È una esecuzione che ha come fine quello di punire il condannato, privandolo della sua stessa vita. È una pratica abolita in alcuni Paesi e in altri ancora vigente, come ad esempio in Cina, India o Stati Uniti D’America.
Quando l’ossigeno non è abbastanza
Negli Stati Uniti D’America, la pena di morte avveniva tramite iniezioni letali, venne proposta per la prima volta in Oklahoma circa 40 anni fa. Oggi però, le compagnie che rifornivano i carceri penitenziali di queste iniezioni, ne hanno interrotto la produzione; non volendo essere più associati alle esecuzioni mortali.
Si sono cercate altre opzioni che dessero uno stesso risultato, giungendo alla fine all’utilizzo dell’azoto per uccidere i condannati, inducendoli a ipossia – privazione di ossigeno nell’intero organismo o in una determinata regione. L’idea di utilizzare l’azoto viene dall’Oklahoma, grazie al repubblicano Mike Christian che, dopo aver visto un documentario della BBC “How to kill a human being”, ha preso spunto per portare avanti una legislatura che permettesse l’utilizzo dell’azoto nei penitenziari. La legge venne approvata dopo aver visto gli effetti dell’elemento chimico sulle persone, su Youtube. Inoltre, non è solo l’Oklahoma ad aver acconsentito a questa nuova tecnica, ma anche il Mississipi e l’Alabama.
Una teoria non scientifica
La proposta di sostituire le iniezioni letali con l’azoto, non presenta riscontri scientifici. L’idea di base è che l’azoto inalato possa essere dannoso per l’organismo e addirittura fatale, quanto l’elio, se l’ossigeno non viene ripristinato nel corpo. Non c’è un periodo indicativo che faccia intendere quando questo nuovo protocollo possa entrare in circolazione, né tanto meno quanto l’utilizzo spropositato o moderato di tale elemento possa essere doloroso ed efficace.
In ogni caso, l’unica certezza è l’atrocità della pena di morte che viene inflitta.
Uccidere il reo, non porterebbe giustizia al crimine compiuto e allo stesso modo si commetterebbe un ulteriore misfatto, il quale, però, non viene riconosciuto: punire i valori umani di una persona, sebbene questa non ne abbia preso atto durante il suo reato.
Un uomo ha, comunque, diritto ad una libertà personale, che non dovrebbe essere stroncata da una morte autoindotta o da false idee di utilità. Limitare la libertà personale potrebbe accrescere i crimini, migliorando la condizione degli assalitori e talvolta, limitare la libertà potrebbe avere riscontri negativi anche a livello psicologico. La pena di morte qualunque essa sia, dà prova di come la mente umana sia meschina e distruttiva, non solo per il condannato.