La transessualità è un tabù sociale di cui effettivamente non si sente molto parlare, eppure occupa un posto di rilievo nella società: la presenza di transgender è superiore rispetto a quanto potremmo aspettarci, soprattutto all’estero. Purtroppo, come ben potremmo supporre, queste persone subiscono discriminazioni sociali, oltre ad essere spesso vittima di insulti ed ostracismi.
Il caso di Gavin Grimm
Un giudice federale residente in Virginia ha preso parte in una causa, battendosi a favore della vittima, nella quale un transgender rivendicava alcuni diritti, secondo lui, violati dalla propria scuola, la quale gli avrebbe vietato di poter utilizzare la sezione dei bagni dedicata agli uomini.
Nel processo la scuola continuava ad asserire che questa scelta era dovuta ad un tentativo di voler assecondare gli interessi di tutti gli studenti e dei genitori del corpo scolastico della scuola Gloucester County, e pareva loro giusto non far godere a Grimm questo tipo di “privilegio”.
Grimm, quindi, vedeva in questa politica una sorta di discriminazione ed azione da ostracismo e, non sentendosi accettato, ha deciso di aprire questa causa, ritenendo il comportamento della scuola illegale. Il processo si è concluso con la vittoria di Grimm, giudicando il comportamento della scuola irrispettoso secondo le clausole della protezione dei diritti basati sul tipo di sesso, riportando quindi una discriminazione sessuale.
Non solo questo: il giudice ha apportato dei cambiamenti sul tipo di genere di Grimm, per quanto riguarda i suoi dati anagrafici. Ora, infatti, risulta, com’è giusto che sia, che Gavin Grimm è un maschio.
Transessuali ed ostracismo
L’ostracismo è un tipo di discriminazione sociale che comporta gravi risvolti o esacerbazioni psicologiche alla vittima: questa viene discriminata, allontanata, non considerata, all’interno di una comunità, di una società, di una classe lavorativa, di un gruppo, molte volte anche rinnegandone l’esistenza stessa.
Le persone che subiscono ostracismo è come se non esistessero, per quanto vengono discriminate. Non dobbiamo andare troppo lontano per poterne trovare qualche esempio in merito: tralasciando il caso di Grimm sopracitato, l’ostracismo possiamo riscontrarlo anche tra gli adolescenti, nella comunità scolastica. Molto spesso infatti molti ragazzi vengono discriminati per alcuni tipi di comportamenti, magari non consoni alla massa, o per problematiche fisiche, e vengono insultati e allontanati dal gruppo di classe, o dal gruppo più in generale, producendo, ovviamente, nella vittima un grande danno psicologico.
Essa, vedendosi rifiutata da una comunità, mette in dubbio il suo essere stesso, mette in dubbio la propria persona e la propria personalità, arrivando molto spesso a rinnegare sé stessa. Ma non solo: alle volte si tenta di imitare comportamenti adiacenti alla massa, rovinandosi.
Nessuno ha mai detto che se un qualcosa è attuato dalla plurima parte delle persone sia tautologicamente corretto, anzi, molto spesso abbiamo prove che testimoniano il contrario. E così la persona pone al di sopra del proprio Io altri tipi di Io con personalità differenti, accettate dalla massa, così da imitarne comportamenti e personalità, arrivando quindi a non identificarsi più nel proprio Sé, ed autoinfliggendosi dolore interiore molto forte alle volte, poiché non si è non accettati solo dalla massa, ma si arriva anche a non accettarsi in quanto tali dal proprio essere tali.
E così, ognuno perde la propria individualità, mischiandosi alla collettività: non si è più Io, ma Noi, un Noi che si identifica nel proprio Io individuale rendendolo collettivo. Purtroppo, la piaga sociale dell’ostracismo è molto diffusa e non sono solo i grandi casi come quello di Grimm a darcene conferma, ma anche casi minori che si verificano nel quotidiano.