Tra le principali piazze di Seoul si chiede giustizia e forza nelle indagini della polizia. Il colpevole? La serie di crimini inerenti i siti per adulti che inondano il paese da lungo tempo.
Abusi via webcam
Il fenomeno delle spy-cam è molto diffuso in corea del sud: hacker o persone comuni che riescono a filmare di nascosto le donne in situazioni d’intimità. Le proteste avvenute in città evidenziavano come le forze dell’ordine agirebbero più in fretta, se le vittime fossero uomini. Ciò a dimostrare che le disuguaglianze di genere sono vive e vegete a Seoul.
Tra le accuse più frequenti si parla di vendetta, ovvero filmati fatti di nascosto da un ex fidanzato, e successivamente messi online senza consenso.
Le proteste sono iniziate ufficialmente tempo prima, quando una modella di 25 anni è stata arrestata per aver fotografato senza veli un suo collega, pubblicando poi la foto su internet. Le donne di tutta la Corea del Sud saranno state sorprese senza dubbio dalla rapidità con cui la polizia si è affrettata a risolvere il caso, archiviato in meno di una settimana. Oltre 400.000 persone hanno ora firmato una petizione alla Casa presidenziale, chiedendo "giustizia di genere", affermando che la modella è stata trattata ingiustamente.
In piazza per l’uguaglianza
L'evento di sabato è stata una delle più grandi proteste femminili della recente storia della Corea del Sud. Molte tra le persone presenti indossavano il rosso come simbolo della loro rabbia, mentre recitavano "anche le donne sono cittadine coreane". Per anni le donne sudcoreane sono state vittime di ciò che è stato descritto dai media nazionali come "un'epidemia senza consenso".
Migliaia di donne sono state riprese di nascosto in bagni pubblici, spogliatoi. Alcuni video addirittura le immortalavano su rampe di scale o ascensori, posizionando la videocamera sotto la gonna della vittima.
Secondo i dati delle forze dell’ordine sudcoreane, nel 2016 sono stati più di 5.000 i casi di molestie che hanno coinvolto filmati amatoriali o di spionaggio, e oltre l'80% delle vittime erano di sesso femminile.
Lo stesso anno sono state fatte circa 7.000 richieste per rimuovere questo genere di video imbarazzanti, ovviamente spesso caricati online illegalmente e senza alcun consenso.
La risposta del governo
L'ufficio presidenziale, in seguito alla protesta nazionale, ha proposto di regolamentare le vendite di telecamere nascoste in modo da renderle rintracciabili, imponendo sanzioni più severe e fornendo un sistema di supporto più forte per le vittime. Solo il tempo potrà dire se simili azioni siano una debole risposta, oppure uno sforzo concreto per eliminare questa pratica dalla Corea del Sud.