Al momento, la stima ufficiale è di 25 morti e 3.100 persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. Questi i numeri dell'eruzione del Vulcano del Fuego, situato a sud-ovest della capitale del guatemala, Città del Guatemala. I feriti ad ora accertati sono circa venti, ma si teme che il numero delle vittime possa aumentare, tenendo conto di coloro i quali sono ancora ritenuti dispersi.

La maggior parte dei danni si registra nella zona turistica di Antigua e nei villaggi agricoli limitrofi - a circa 35 chilometri dalla capitale - che sono stati inghiottiti dalla lava.

Le persone a rischio, invece, sarebbero circa 1,7 milioni. Questo perché l'eruzione ha disperso lapilli e cenere ad oltre quattro chilometri di altezza che, a poco a poco, sono destinati ad abbattersi sul suolo. Il Coordinamento nazionale per il controllo delle calamità ha riportato che un folto strato di cenere ha ricoperto le abitazioni e le automobili dei villaggi di San Pedro Yepocapa e Sangre de Cristo. Si tratta della seconda eruzione di quest'anno di cui si è reso protagonista uno dei vulcani più attivi dell'America Centrale.

Vulcano del Fuego come il Vesuvio

In base al tipo di eruzione e alle conseguenze provocate, si può fare un'analogia con quanto accaduto a Pompei durante l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

I due fenomeni sono stati messi a confronto dal vulcanologo Piergiorgio Scarlato dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), che conosce molto bene il Vulcano del Fuego, avendolo studiato da vicino.

Scarlato ha affermato che, in entrambi i casi, la popolazione è stata colpita da una nube di gas, ceneri, lapilli e grossi blocchi di rocce che sono arrivate a temperature superiori ai 700 gradi centigradi.

Vi è una sola differenza tra i due cataclismi, e riguarda gli stili eruttivi: nel caso del Vulcano del Fuego, si è prodotta una colonna di cenere e gas che ha raggiunto un'altezza di 3-4 chilometri e flussi piroclastici, ovvero miscele di gas ed altro materiale vulcanico. Per quanto riguarda il Vesuvio, invece, dalla montagna si innalzò una colonna di cenere e gas alta ben 20-25 chilometri che, però, collassando, produsse flussi piroclastici identici a quelli del vulcano del Guatemala.

La densa e ampia nube di cenere ha costretto alla chiusura dell'aeroporto internazionale di Città del Guatemala (La Aurora International Airport), anche se gli addetti ai soccorsi stanno lavorando alacremente per cercare di riaprirlo in tempi brevi.