La partita amichevole prevista per il 9 giugno a Gerusalemme che avrebbe visto scontrarsi sul campo la nazionale argentina contro quella israeliana è stata annullata per via di minacce alla nazionale di Messi, ritenute dunque credibili da parte delle autorità israeliane. Nonostante i tentativi di salvare la partita, la ministra dello sport Miri Regev ha affermato che la partita è stata annullata per ragioni di sicurezza.
Le minacce
I giocatori argentini infatti sono stati minacciati da terroristi palestinesi da quando era stato annunciato che si sarebbe giocata la partita nella Città Santa.
Lionel Messi e Gonzalo Higuain in particolare hanno ricevuto lettere minatorie recanti vere e proprie minacce dirette a loro e alle loro famiglie. Le minacce sono arrivate poi fino a Barcellona, dove si stava allenando la nazionale: un gruppo di tifosi a bordo-campo si è presentato mostrando maglie del numero 10 argentino macchiate di sangue. Le motivazioni per la quale è stata annullata la partita non sono dunque politiche, ma puramente di sicurezza, come ha affermato il presidente argentino Mauricio Macri, che avrebbe dovuto assistere al match accompagnato da una delegazione di rappresentanti della comunità ebraica argentina.
Un caso politico
Non è la prima volta che la cosiddetta questione israelo-palestinese ingerisce in ambito sportivo.
L’episodio più tragico è quello delle Olimpiadi estive di Monaco di Baviera del 1972 dove un commando dell'organizzazione terroristica palestinese Settembre Nero irruppe negli alloggi destinati agli atleti israeliani del villaggio olimpico, uccidendo subito due atleti che avevano tentato di opporre resistenza e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele.
Un successivo tentativo di liberazione da parte della polizia tedesca portò alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque fedayyin e di un poliziotto tedesco.
Al centro degli scontri si trova la città di Gerusalemme, dallo Stato ebraico considerata come capitale unica ed indivisibile, mentre ne viene rivendicata almeno la parte orientale dall’Autorità Palestinese.
Gli scontri si sono acuiti da quando il presidente Donald Trump ha deciso di trasferire l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme.
Il presidente della Federcalcio palestinese, Jibril Rajoub, il primo a fomentare le proteste palestinesi contro la partita, ha pubblicamente ringraziato Messi per aver annullato il match e non essersi reso complice dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Secondo il leader politico, considerato dai più il possibile erede del presidente Abu Mazen, l’intenzione di Israele era quella di mascherare con la normalità di una partita e con la presenza di star dello sport internazionali, le violenze di cui si è recentemente macchiato lo Stato di Israele.
Dall’altra parte il ministro della difesa Avigdor Lieberman ha manifestato la sua indignazione nei confronti dei giocatori argentini che hanno ceduto in modo vergognoso al pressing del movimento contro Israele, il cui unico obiettivo è il danneggiamento dello Stato e del suo diritto a difendersi.
In questo modo è stato favorito il movimento “Boicottaggio e disinvestimento" di Israele a discapito di tutti gli appassionati di calcio che attendevano da tempo questa partita storica.
Quello che doveva essere un incontro amichevole fra nazionali di calcio si è trasformato infine in un caso politico, che non ha nulla a che vedere con discorsi di etica e valori sportivi.