Quello che sembrava per molti soltanto un miraggio lontano, in questa stessa settimana rischia davvero di diventare realtà. Il sogno è la legalizzazione della marijuana come sostanza a libero uso e consumo (similmente ai farmaci più blandi, a sentire la proposta), mentre l'oasi in cui il miraggio prenderà forma è il Canada, che diventerà così il primo Paese in assoluto facente parte del G7 ad approvare tale emendamento. Le domande, ovviamente, sono molteplici e spesso confusionarie. A tal proposito, comunque, lo stato nordamericano ha già provveduto a rispondere adeguatamente anche agli interrogativi dei più scettici circa criminalità e Salute, i riferimenti più interessati da tale normativa.

E' proprio sul tema salute che il Canada ha posto le basi per l'approvazione della nota foglia a sette punte come uso ricreativo, basi però che sembrano interessare fortemente anche molti altri aspetti sociali ai quali tutto il mondo farà attenzione dall'entrata in vigore della norma in poi.

L'attuazione del piano canadese

Ormai sembra cosa fatta, il Canada è destinato ad entrare nella storia come primo Paese del G7 a legalizzare la marijuana a scopo ricreativo. L'esperimento di approvazione della pianta come manovra strettamente terapeutica, iniziata ormai quattro anni fa, ha convinto anche la parte più scettica del Senato a votare finalmente per il sì anche alla completa libertà di consumo.

Per quanto però questi effetti medici siano stati effettivamente utili a smontare le paure dei più conservatori, sarebbe assai riduttivo considerarli come unica causa della decisione. Da quando nel 2017 il governo canadese ha iniziato a parlare per la prima volta di legalizzazione, centinaia di esperti, medici, criminologi ed economisti si sono impegnati nello studio dei rispettivi pro e contro che la manovra avrebbe potuto generare nella popolazione.

Sì, perchè anche lo studio dei precedenti non è stato affatto sottovalutato dagli scienziati le cui teorie prendono le mosse principalmente da un altro stato nordamericano, il Colorado. Pur non avendo interessato tutti gli Stati Uniti, il primo approccio di legislazione a favore della libertà d'uso della cannabis è stato promulgato proprio in Colorado e che, sebbene il paragone di ampiezza e popolazione col Canada sia attualmente impossibile, rappresenta comunque un ottimo campione d'analisi per alcune previsioni fondamentali.

Nonostante ciò, si prevede dunque la conferma delle aspettative circa la liberalizzazione questo stesso giovedì, con una legislazione che si propone di rispettare quattro punti fondamentali, il primo dei quali è la tutela dei minori. Sarà di comune accordo infatti operare per limitare l'accesso dei minori di 18 anni alla cannabis mediante il divieto di assunzione in zone pubbliche abitualmente frequentate da bambini e con un controllo meticoloso sia delle vendite (in negozi fisici quanto online), istruendo i commercianti alla corretta distribuzione della sostanza, sia delle scuole, con altrettante manovre di informazione.

Secondo, ulteriori norme tutelari saranno necessarie al già promesso rispetto della salute dei cittadini canadesi, principale obiettivo del governo stesso.

Come? Limitando il consumo negli spazi in cui altri tipi di assunzione, come il tabacco, sono già vietati. E' previsto inoltre uno stretto controllo delle autorità nei confronti dei venditori con licenza, oltre che nelle aziende di stoccaggio.

In terza istanza, il consumo di cannabis alla guida sarà severamente vietato, gli strumenti degli agenti preposti al controllo stradale potenziati e distribuendo materiale informativo circa i rischi della marijuana al volante.

Ultimo obiettivo, ma non per importanza, è quello di limitare al minimo il mercato illegale della sostanza. Questo, in particolare, sembra l'interrogativo più grande: la possibilità di coltivazione privata sembra il principale aiuto, permettendo anche agli abitanti fuori città (dove particolarmente all'inizio i negozi specializzati tarderanno leggermente a nascere) di assumere la propria sostanza in maniera perfettamente legale evitando i rischi del rivolgersi a spacciatori e chi per loro.

Tuttavia, alcuni interrogativi rimangono e, specialmente in quest'ultimo caso, molti criminologi aspettano di vedere gli effetti della legalizzazione su larga scala in tutto il Canada prima di dare una sentenza vera e propria.

Alcuni importanti interrogativi

Più di uno e non di poco conto sono ancora i dubbi che aleggiano intorno alla nascente legislazione. I buoni propositi certo non mancano: combattere il crimine, la vendita underground, proteggere i bambini e i guidatori. Se per gli ultimi due punti la paura sembra si stia leggermente agevolando, riguardo la criminalità gli enigmi sono ancora molti e tardano ad essere risolti. L'assenza di precedenti utili alle indagini compromette il lavoro e il Paese rischia nei prossimi giorni di finire in un vero e proprio microscopio politico e criminologico, ma andiamo per gradi.

Innanzitutto, si è discusso a lungo del giusto prezzo che verrà attribuito ai diversi quantitativi di marijuana. Una tassa troppo alta scoraggerebbe all'acquisto i giovani e in generale le classi meno abbienti, le quali sarebbero costrette a "rifornirsi" proprio dai rivenditori clandestini andando così nuovamente ad alimentare il già attivo traffico illecito. Tuttavia, una tassazione troppo bassa renderebbe la sostanza eccesivamente facile da reperire. Così facendo, si rischia di ampliare il consumo a praticamente tutti i livelli sociali, dai più grandi ai più piccoli e, come noto, è proprio di questi che il governo canadese si preoccupa maggiormente.

Infine, vi si aggiungono i dubbi circa l'effettiva utilità della legalizzazione nei confronti della criminalità.

Sono in molti infatti a pensare che non basterà il controllo governativo della sostanza a scoraggiare lo spaccio di oppiacei, anzi. L'esempio che più spaventa è proprio quello dello Stato del Colorado, negli USA, dove a seguito della legalizzazione della marijuana si è registrato un incremento di approvvigionamento da parte di grandi e piccole bande criminali di diversi tipi di droghe pesanti come alternativa dell'ormai legale cannabis, arrivando addirittura alla creazione e rapida diffusione di nuove qualità di stupefacenti mai viste prima.

Insomma, non basterà l'ormai certa approvazione del Senato alla legalizzazione per far sparire di colpo tutte le paure ad essa collegate. E' certo però che quello canadese sarà quantomeno un esperimento assai interessante e, perché no, anche riproducibile in altri paesi in caso di successo.

Non ci resta che attendere quindi la notizia, metterci comodi ed aspettare di vedere con gli occhi degli studiosi quanto ci sarà di effettivamente positivo in questa nuova, rivoluzionaria approvazione.