Il Comune di Piacenza e il Comune di Fiorenzuola hanno promosso un convegno intitolato “L’erba della morte: la cannabis”che sta facendo parecchio discutere. L'evento, in calendario lunedì 23 luglio alle 21 presso l’Auditorium Sant’Ilario di Piacenza è stato presentato nella mattinata di giovedì 19 luglio alla presenza di Massimo Polledri, assessore alle Politiche della Famiglia e di Luca Zandonella, assessore alla Sicurezza urbana e alle Politiche giovanili. Nemmeno il tempo di terminare la presentazione e già si è alzato un polverone che ha trasformato una piccola iniziativa locale in un caso nazionale.

Il convegno

Attualmente, il consumo e lo spaccio di droghe sono regolati ancora dalla legge Vassalli - Russo Iervolino (1990) rimaneggiata dalla Fini-Giovanardi (che, nel 2006, equiparava le droghe leggere a quelle pesanti), poi abrogata nel 2014 da una sentenza della Corte Costituzionale. Dopo anni di nulla, nelle ultime settimane, il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana ha deciso di riprendere in mano il Dipartimento nazionale antidroga annunciando la sua linea: "tolleranza zero". In seguito alla dichiarazione del neo ministro, il dibattito in materia è tornato a vivacizzarsi.

Il convegno di Piacenza, che ha come tema la cannabis, si è inserito proprio in questo contesto. Promosso dagli assessori Polledri e Zandonella, vedrà la partecipazione in veste di relatori di Simone Pillon, capogruppo in Commissione Giustizia (nonché fondatore dei Family Days, antigender), del dottor Carlo Segalini (presidente della commissione Servizi Sociali) e la mamma di un giovane finito nel tunnel della droga.

Le critiche

Il titolo del convegno ha suscitato ilarità sui social e diverse critiche dagli operatori delle dipendenze (che hanno sottolineato che gli obiettivi da perseguire - con esperienza e letteratura scientifica- sono sanitari e non demagogici) e dal mondo politico.

Rabuffi e Mainardi hanno giudicato l'iniziativa puramente ideologica e oscurantista.

Secondo i consiglieri, infatti, sarebbe stato meglio organizzare un evento dedicato alle vere dipendenze (ben più pericolose della cannabis) collaborando anche con chi ben conosce queste realtà.

Anche Rifondazione comunista è intervenuta sull'argomento con una nota firmata da Maurizio Acerbo in cui si fa notare che l'evento, anacronistico, vede la partecipazione solo di esponenti della destra. Secondo Rifondazione comunista l'iniziativa è "tragicamente ridicola in quanto di cannabis, finora, non è mai morto nessuno, mentre ogni giorno si muore sul lavoro o nel Mediterraneo".