Un drammatico incidente stradale, poi la constatazione del decesso da parte del personale paramedico e il trasferimento del corpo in obitorio. Proprio qui, durante un controllo di routine, un membro dello staff si è accorto che la donna respirava ancora nonostante fosse stata dichiarata morta (e creduta tale per almeno un giorno).

Il singolare episodio di morte apparente è avvenuto a Carletonville, Sudafrica. Protagonista una donna, vittima di un sinistro a bordo di un'auto con altre tre persone, su un'arteria di collegamento a Johannesburg. Inutili i tentativi di rianimarla, stando a quanto ricostruito dai soccorritori intervenuti sul posto.

Soltanto la casualità avrebbe giocato in suo favore con uno degli addetti al servizio di ispezione ordinaria sui cadaveri che si è reso conto che quel corpo, in realtà, dava ancora dei inequivocabili segnali di vita.

Aperta un'inchiesta

Sul caso è stata aperta un'inchiesta, che vede coinvolte le autorità locali che hanno gestito la vicenda e i paramedici che hanno stilato i referti su morti e feriti (due i decessi dichiarati in quella tragedia). "Tutti noi siamo sotto choc - ha detto alla BBC un parente della donna -. Ora vogliamo parlare con la polizia, i sanitari e i funzionari mortuari coinvolti: abbiamo bisogno di risposte, è tutto quello che vogliamo. Finora non c'è stata chiarezza su quello che è successo".

La paziente, ora fuori pericolo, è stata immediatamente trasferita in un ospedale della capitale per essere stabilizzata. Dovrà ora affrontare un lungo percorso verso la guarigione, ma non avrebbe perso la speranza.

Non è un unicum in Sudafrica

Nella nazione non si tratta di un unicum: ad aggravare l'ombra incombente sulla gestione dell'accaduto ci sarebbero ben due precedenti recenti, il primo risalente a circa 7 anni fa: un 50enne si svegliò in obitorio, in preda a un terribile (e comprensibile) spavento.

Il secondo episodio, registrato nel 2016, ebbe come protagonista un'altra persona, coinvolta in un incidente stradale mortale. Ne venne dichiarato il decesso salvo poi scoprire, il giorno seguente, che non era morta. Purtroppo, le cronache locali dovettero occuparsi comunque di un dramma, visto il nefasto epilogo: la scoperta avvenne in ritardo, morì poche ore dopo.

Quando un errore porta alla morte

Si tratta di casi in cui un errore nella valutazione dello stato delle vittime può addirittura contribuire alla loro morte. Ecco perché le indagini serviranno a chiarire quali siano le effettive responsabilità e, al momento, l'accusa a carico dei medici e del personale dell'ambulanza sarebbe quella di negligenza.

"La constatazione di un decesso può essere estremamente difficile", ha detto Ryan Blumenthal, anatomopatologo presso il Dipartimento di Medicina forense dell'Università di Pretoria. "Può ingannarti".