Dopo un'attesa durata diversi giorni, finalmente si è giunti al dunque: è partita la fase conclusiva delle operazioni di salvataggio dei 12 giovani calciatori della squadra del Mu Pa Academy e del loro allenatore, rimasti intrappolati all'interno delle grotte di Tham Luang, in Thailandia.

Nella giornata di domenica 8 luglio, i primi quattro componenti del gruppo sono stati portati fuori dalle cavità da un team di esperti che, stando a quanto dichiarato dal governatore Narongsak Osottanakorn, era composto da 90 sub, 50 dei quali provenienti da altri Paesi.

I quattro ragazzi tratti in salvo sono stati visitati sul posto, prima di essere trasferiti all'ospedale Prachanukroh di Chiang Rai: due ambulanze si sarebbero dirette verso l'istituto sanitario a una sessantina di chilometri dalle grotte thailandesi, mentre per uno dei calciatori tratti in salvo sarebbe stato necessario il trasporto in elicottero. Un'equipe medica formata da circa 30 specialisti si dedicherà alle loro cure.

I primi quattro giovani salvati stanno bene

La polizia locale ha comunicato che i primi quattro ragazzi tratti in salvo stanno bene: soltanto uno verserebbe in condizioni più serie, ma per fortuna non sarebbe in pericolo di vita. I giovani atleti dovranno attendere ancora almeno 24 ore prima di riabbracciare i rispettivi familiari, poiché dovranno rimanere in isolamento per evitare infezioni e riabituarsi, nel frattempo, alla luce, dopo i diversi giorni passati sottoterra.

Sono state così confermate le indiscrezioni delle ultime ore che avevano parlato di un'accelerazione dei tempi di salvataggio per sfruttare al meglio le condizioni climatiche favorevoli ed il lavoro svolto per liberare diverse zone delle grotte dall'acqua che aveva invaso gran parte del tortuoso percorso verso l'uscita. Inoltre aveva destato una certa preoccupazione l'improvvisa riduzione del livello di ossigeno a disposizione degli intrappolati, causata dalla contemporanea presenza di un gran numero di soccorritori nelle cavità sotterranee.

Il difficile percorso per uscire dalle grotte

Per portare in salvo i giovani, si è deciso di fargli ripercorrere a ritroso la strada che porta all'entrata del sito: di conseguenza, tutti gli intrappolati hanno dovuto rapidamente imparare ad utilizzare le bombole d'ossigeno per poter attraversare i diversi tratti ancora completamente sommersi dall'acqua: secondo gli esperti si tratterebbe di una distanza di circa un chilometro.

Si è scelto di procedere con un ragazzo alla volta, affidandolo a due sommozzatori specializzati che hanno il compito di guidarlo e di portare le bombole. La mancanza di luce in alcune zone, la presenza di acqua melmosa e di strettoie che possono anche arrivare a 70-80 centimetri di larghezza, hanno reso decisamente impervia la strada verso l'ingresso delle grotte, già molto ostica per dei professionisti delle immersioni.

Per fortuna i quattro calciatori non si sono dati per vinti e sono riusciti a guadagnare l'uscita anche in un tempo più breve di quello inizialmente previsto. Infatti, in alcuni punti il livello dell'acqua si è abbassato, permettendo l'attraversamento a piedi senza bombole.

A dare il via nelle scorse ore all'operazione è stato Richard Harris, anestesista australiano e sub esperto, che ha visitato i ragazzi e li ha giudicati idonei ad intraprendere il difficile cammino verso la libertà. I giovani sono stati divisi in quattro gruppi: i primi ad uscire sono stati quelli giudicati più deboli e bisognosi di cure. Dopo una pausa di circa 10-20 ore, necessarie per ripristinare le scorte di bombole d'ossigeno e per far rifiatare i soccorritori, riprenderà la missione di salvataggio: l'ultimo a lasciare il rifugio sarà il 25enne allenatore della squadra. Il giovane mister, responsabile di aver portato i suoi allievi in quell'area nonostante il divieto in vigore per il pericolo di allagamenti, ha promesso ai genitori dei piccoli che si occuperà di ciascuno di loro sino alla fine di questa brutta avventura.