È successo ancora. Siamo al settimo episodio nell’ultimo mese e mezzo. Questa volta è accaduto nel Vicentino, a Cassola. Un colpo sparato da una carabina ad aria compressa ha ferito un operaio, intento a montare le luminarie davanti al Comune del paese, mentre si trovava su di una pedana mobile a circa sette metri di altezza. Anche in questo caso, come nei precedenti, la vittima non è italiana: infatti si tratta di un capoverdiano di 33 anni. A darne notizia per primo Il Giornale di Vicenza. L’uomo, mentre era intento a lavorare per collegare tra loro le luci, ha sentito improvvisamente un dolore lancinante alla regione lombare sinistra: è stato trasportato di corsa all’Ospedale San Bassiano, dove i medici hanno riscontrato la ferita da arma da fuoco.

Il responsabile ha sparato con una carabina dal terrazzo di casa sua

I carabinieri, studiando le traiettorie del colpo, sono risaliti al terrazzo di una palazzina in via Martiri del Grappa – a pochi metri dalla sede del Comune – dove hanno trovato dei pallini di piombo compatibili con un’arma ad aria compressa. Sono iniziate quindi le ispezioni negli appartamenti dei condomini: a casa di un 40enne hanno rinvenuto una carabina calibro 4,5 mm, marca Stoeger, di colore nero, insieme a numerose munizioni. Proprio quella da cui è partito il colpo che ha ferito l’operaio capoverdiano, procurandogli una lesione che guarirà in una settimana circa. Il proprietario dell’arma è stato denunciato per esplosioni pericolose e lesioni personali aggravate.

Secondo quanto riporta l’Ansa, l’indagato si sarebbe difeso sostenendo di aver voluto sparare ad un piccione; al momento comunque non esistono elementi per attribuire un movente razzista al gesto.

Il precedente della bimba rom di un anno ferita a Roma

Tuttavia fa riflettere il numero di incidenti simili capitati nelle ultime settimane, da Caserta a Forlì, tutti accomunati dal fatto che le vittime fossero rom o persone di colore e dall'uso di armi ad aria compressa, che possono essere liberamente acquistate.

La dinamica di quest’ultimo caso è fin troppo simile a quanto accaduto a Roma pochi giorni fa, quando una bimba rom di poco più di un anno è stata ferita, mentre era in braccio alla madre. La piccola adesso rischia di rimanere paralizzata per sempre, a causa dei danni riportati alla colonna vertebrale. Il responsabile è un ex dipendente del Senato che a casa disponeva di un vero e proprio arsenale.

L’uomo si è difeso parlando di incidente, di un colpo partito per sbaglio mentre provava l’arma, dopo che si era inceppata.

Un episodio che non ha lasciato indifferente il presidente dell Repubblica Sergio Mattarella. Infatti durante la "cerimonia del ventaglio" al Quirinale il capo dello Stato nel suo discorso ai giornalisti ha parlato anche della vicenda della bambina: “L’Italia non può diventare un Far West” ha detto, criticando la facilità con cui certi tipologie di armi possono essere acquistate. Per il Presidente casi come questo sono sintomatici di una barbarie che deve suscitare indignazione.