L'aborto fa ancora discutere: in Europa si difende un diritto acquisito, in Sud America si lotta ancora per ottenerlo. Il 25 luglio migliaia di persone hanno manifestato a Santiago del Cile per chiedere la legalizzazione dell'aborto: libero, in ogni circostanza, per tutte le donne. Gli antiabortisti hanno attaccato il corteo pacifico e ferito tre manifestanti. Accoltellate alle gambe, queste non hanno riportato fortunatamente ferite gravi.

Tre donne accoltellate perché manifestavano per l'aborto

Non è la prima volta che le donne cilene scendono in piazza, per rivendicare i loro diritti in una società maschilista.

Si tratta della sesta marcia a favore dell'aborto, a partire dal 2013. L'interruzione di Gravidanza è stata considerata in Cile un crimine per lungo tempo - responsabile in primis il regime di Pinochet. Solo nel 1989 è stata introdotta una nuova legge per cui l'aborto è riconosciuto come legale, in alcuni casi specifici: ad esempio quando la vita della madre è a rischio, quando la gravidanza è frutto di una violenza e quando il feto è malato. In tutti gli altri casi le donne che vogliono decidere autonomamente della loro vita riproduttiva devono ricorrere agli aborti clandestini. Si tratta di una pratica molto diffusa, in media vengono eseguiti 120 mila aborti clandestini all'anno. Alcune donne si spostano all'estero per interrompere la gravidanza, chi non ne ha la possibilità si affida alle pratiche illegali in patria.

In questi casi è alto il rischio di complicazioni e difficile affrontarle per paura delle conseguenze legali.

Come in Argentina

Le donne cilene guardano all'Argentina come un esempio positivo da seguire. Il dibattito sul diritto all'aborto e sull'obiezione di coscienza per i medici è nel Paese confinante molto più radicato. Lo scorso giugno il parlamento argentino ha approvato il disegno di legge per la legalizzazione dell'aborto.

Un successo niente affatto scontato: la legge è passata alla Camera per pochi voti, mentre manifestazioni pro e contro scuotevano il Paese. Il pañuelo verde è diventato presto il simbolo delle rivendicazioni del movimento femminista, in tutto il Sud America. E' un semplice fazzoletto verde, su cui sono impressi gli slogan della protesta: "educazione sessuale per decidere; anticoncezionali per non abortire; aborto per non morire." Portandolo con sé, le attivista rivendicano giorno dopo giorno i loro diritti, e si espongono a continui attacchi, per strada così come sul luogo di lavoro. Il pañuelo è però soprattutto uno strumento di riconoscimento e di solidarietà, nella lotta alla cultura 'machista'.