Dopo la tragedia avvenuta la vigilia di Ferragosto, Genova sta tentando faticosamente di rialzarsi. Il crollo del Ponte Morandi ha portato con sé 43 morti, 16 feriti e più di 600 sfollati. Nelle ultime ore il sindaco del capoluogo ligure ha consegnato le prime cinque abitazioni ad alcune famiglie sfollate, ma ieri sera c'è stato un nuovo allarme nella "zona rossa", ovvero quella nei dintorni del viadotto, dopo che alcuni cittadini hanno segnalato degli scricchiolii e distacchi di detriti da quello che resta del ponte Morandi. Proseguono intanto le indagini per appurare le cause e le responsabilità del disastro e come annunciato dal procuratore capo Franco Cozzi, "serve tempo".
Tragedia Genova, ponte Morandi: pericolo di nuovi crolli
Nuovo allarme nella 'zona rossa' di Genova, tra via Porro e via Filak, dove ieri sera intorno alle 22, si sono uditi scricchiolii e c'è stata la caduta di detriti da quello che resta del ponte Morandi crollato martedì scorso. Le forze dell'ordine hanno sospeso momentaneamente e per motivi di sicurezza, gli accompagnamenti degli sfollati all'interno delle loro abitazioni al fine di recuperare gli effetti personali e sono state rafforzate le misure per vietare l'accesso alla zona pericolosa.
Vietato l'accesso anche ai mezzi di soccorso in attesa di ulteriori accertamenti tecnici. La procura di Genova è pronta, in caso di imminente pericolo, ad autorizzare l'abbattimento del moncone pericolante, mentre sono stati consegnati i primi cinque appartamenti ad altrettante famiglie evacuate, come dichiarato dal sindaco di Genova.
Le indagini della Procura di Genova continuano dopo il crollo del Ponte Morandi
Nel frattempo proseguono le indagini sul disastro di Genova che mirano a trovare le cause e le responsabilità del crollo del tratto di viadotto sull'autostrada A10. Il procuratore Capo Francesco Cozzi ha precisato che al momento non ci sono indagati, l'indagine prosegue, ma serve tempo.
Per quanto concerne le possibili cause del crollo, l'urbanista e architetto Antonio Saggio, ipotizza che un ruolo sul cedimento della struttura possa averlo avuto anche il carroponte montato per i lavori di manutenzione effettuati ad aprile sulla soletta del ponte e che probabilmente sarebbe servito anche per le opere di ristrutturazione in programma ad ottobre.
Solo una delle possibili concause e comunque tutto ancora da accertare, come dichiarato dal procuratore capo di Genova.
Periti al lavoro dunque per cercare di capire le cause o le concause che hanno determinato il crollo di circa 200 metri di viadotto sul'autostrada A10 di Genova e che ha messo in ginocchio il capoluogo ligure e non solo.