Una fortissima scossa di Terremoto di magnitudo 5.2 ha colpito nuovamente il Molise, con epicentro molto simile a quello del terremoto avvenuto appena due giorni fa, il 14 agosto 2018, vicino a Montecilfone, nella zona presso il Lago di Guardialfiera. Già si susseguono le scosse di assestamento, di cui una del terzo grado della scala Richter. Il sisma, avvertito come violento in molte zone del centrosud Italia, da Fano nelle Marche fino al Salento in Puglia, si è verificato precisamente alle 20.19 (ora italiana), sorprendendo la popolazione poco dopo l'ora di cena.

La scossa, secondo le prime stime preliminari formite dall'INGV si è verificata ad appena 4 chilometri dal comune di Montecilfone, con ipocentro a soli 9 chilometri di profondità. Tante le segnalazioni provenienti dal territorio colpito e tanta paura nelle più grandi città del sud, specialmente a Napoli, dove si sono verificate vere e proprie scene di panico. La scossa è stata avvertita anche dall'altra parte del Mar Adriatico, sulle coste dei paesi baltici. Secondo EMSC il terremoto avrebbe avuto, sempre secondo stime preliminari, una magnitudo pari a 5.0 della scala Richter. Per ulteriori conferme sui dati tecnici dovremo aspettare analisi più approfondite.

I danni provocati dal terremoto del 14 agosto

Già due giorni fa, il terremoto aveva inflitto lievi danni nel circondario della zona molisana colpita dall'evento di oggi, soprattutto ad Acquaviva, dove il sindaco faceva riferimento ad evidenti lesioni sulla chiesa di Santa Maria Ester, dopo il crollo di una cascina disabitata, nella zona periferica del borgo.

Altri lievi danni erano stati riscontrati a Montecilfone, con crolli di cornicioni. Si teme però che, con la scossa di stasera, la situazione possa essere stata ulteriormente aggravata.

Il terremoto del 25 aprile 2018

Anche il 25 aprile di quest'anno si era già verificata un'altra scossa, di magnitudo inferiore rispetto alle ultime due, comunque sempre avvertita a grande distanza.

Sembra che progressivamente l'epicentro si stia spostando verso nordest (zona sismicamente poco conosciuta) e che gli ipocentri - quindi le varie profondità dei terremoti avvenuti in questi mesi nella zona interessata - sia minore. Infatti, se il primo sisma aveva avuto un ipocentro profondo a circa 30 chilometri, il secondo (quello di due giorni fa) a circa 20 e quest'ultimo a circa 10.