Le ultime novità sul crollo del ponte Morandi a Genova ad oggi 16 agosto 2018 vedono acuirsi lo scontro tra il Governo e la società Atlantia, società controllante di Autostrade per l'Italia. Dopo le ultime prese di posizione in arrivo dall'esecutivo, il gruppo sottolinea che al momento manca ancora un effettivo accertamento sulle cause dell'accaduto, mentre la revoca della concessione prevederebbe comunque il riconoscimento del valore residuo. Nel frattempo dall'opposizione arriva un duro attacco al Governo circa quella che viene considerata come una strumentalizzazione politica del caso, mentre l'ex Ministro Di Pietro spiega di ritenere non praticabile la soluzione della revoca.

Dopo il disastro, è scontro tra Governo e Atlantia

Il pressing del Governo sul ritiro della concessione ad Atlantia vede arrivare la presa di posizione della società, nel giorno in cui il titolo ha riaperto alle contrattazioni con forti ribassi. "L'annuncio è stato effettuato in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell'accaduto", si fa notare dalla società. Una possibilità che pur potendo essere contemplata, viene contestata nei modi: "le modalità di tale annuncio possono determinare riflessi per gli azionisti e gli obbligazionisti". All'interno del comunicato si ricorda poi che un'eventuale provvedimento di revoca dovrà vedere comunque riconoscere il valore residuo della concessione.

Di Maio (M5S): convinto che ci siano motivazioni per non pagare penali

La nuova replica del Vice Premier Luigi Di Maio non si è però fatta attendere. Secondo il membro del Governo, sussistono "tutte le motivazioni per non pagare penali. Di fronte a 40 morti non ci sono clausole che tengano": L'esponente pentastellato evidenzia quindi che "la borsa aveva condannato Atlantia già prima che il governo annunciasse il ritiro della concessione autostradale".

Mentre dal punto di vista politico Di Maio fa notare che in questo momento non è corretto pensare al profitto. In merito al contratto in essere, si domanda invece di desecretare gli atti "perché i contratti con Autostrade non sono accessibili, quindi anche noi facciamo fatica come ministri ad accedere a quegli atti". Infine, per quanto concerne l'accertamento delle responsabilità si fa esplicito riferimento alla procura.

Renzi (PD): il mio Governo non ha preso un centesimo da Autostrade

Anche dall'ex Premier Matteo Renzi arriva una dura presa di posizione contro la politicizzazione del disastro avvenuto a Genova. "Chi come Luigi Di Maio dice che il mio governo ha preso i soldi da Benetton o Autostrade è tecnicamente parlando un bugiardo", ha evidenziato l'esponente Dem. "Se lo dice per motivi politici invece è uno sciacallo. In entrambi i casi la verità è più forte delle chiacchiere: il mio governo non ha preso un centesimo da questi signori, che non hanno pagato la mia campagna elettorale, né quella del Pd, né la Leopolda". La replica è stata diffusa attraverso un post pubblico tramite il social network Facebook ed è seguita alle dichiarazioni rilasciate nella giornata di ieri dal Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, il quale aveva affermato che "i Benetton hanno finanziato le campagne elettorali di tutti i partiti del passato, di tutti i partiti del governo del passato".

Il caso è stato però stigmatizzato da Renzi, il quale ha rilevato che l'utilizzo di "una tragedia per attaccare gli avversari, mentendo, dà il senso della caratura morale e politica del vicepresidente del Consiglio".

Di Pietro: non si può revocare la concessione

Sulla concessione ad Autostrade Antonio Di Pietro ha spiegato che non è possibile una revoca immediata. "Mi piange il cuore, ma devo dare ragione a quel furbacchione di Salvini, che è un politico navigato rispetto agli improvvisati ministri amici M5s". L'ex Ministro dei lavori pubblici ha infatti rilevato che "la caduta del ponte Morandi non è sufficiente per chiedere la revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia" mentre in merito ai controlli "la responsabilità non è solo della società che ora è nel mirino del Governo.

Infatti la concessione prevedeva dei controlli in capo all'Anas e poi alla Struttura di vigilanza, all'interno del ministero delle Infastrutture dal 2013". Motivo per il quale, secondo Di Pietro, "il leader della Lega su alcune cose si defila".

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