Il numero delle persone colpite dalla polmonite nel nord Italia continua ad aumentare. I casi, fino a questo momento, hanno raggiunto quota 150. Gli ospedali in cui si sono dirette le persone che hanno avuto i sintomi sono quelli di Montichiari, Manerbio, Desenzano, Gavardo, Asola, Castiglione delle Stiviere e Mantova. La maggior parte di loro sono ancora ricoverati mentre alcuni hanno preferito curarsi da casa. Un dato significativo rilevato fino a questo momento, riguarda che il periodo del contagio va dal 2 al 7 settembre 2018.
Brescia, aperta l'inchiesta per epidemia colposa
Stando a quanto riportato dai principali siti di informazioni, la morte di due anziani, avvenuta nei giorni scorsi, non sarebbe riconducibile all'epidemia. I pazienti, infatti, avrebbero iniziato a manifestare i primi sintomi prima del boom delle persone colpite da polmonite. Nonostante questo, sono stati fatti ugualmente gli accertamenti da medici e specialisti per escludere con certezza che il decesso dei due anziani non fosse legato ai casi di polmonite.
A Brescia, la Procura ha aperto un'inchiesta contro ignoti per la situazione di emergenza che sta attraversando il territorio. Oltre ai carabinieri del Nas, anche ll'Ats sta lavorando da giorni per raccogliere informazioni e dati necessari per verificare la vera fonte dell'epidemia (proprio l'Ats infatti ha disposto l'autopsia sul corpo della 69enne scomparsa di recente a Mezzane di Calvisano).
L'ipotesi di reato è epidemia colposa. Questa l'ipotesi che è stata fatta dal sostituto procuratore da Maria Cristina Bonomo,
Assessore lombardo parla di polmonite batterica
"Abbiamo la certezza che si tratti di polmonite batterica", ha dichiarato Giulio Gallera, assessore alla Welfare della Regione Lombardia, dopo i casi di epidemia che ha colpito Brescia.
L'uomo inoltre ha aggiunto che potrebbe trattarsi di legionella. Nel mantovano e nel bresciano, rimane alta la preoccupazione tra i cittadini, ma nessuna ordinanza speciale da parte dei sindaci in merito alle linee guida da tenere in caso di contagio o alla chiusura di esercizi pubblici e scuole. E' importante comunque sapere che la malattia si manifesta attraverso i seguenti sintomi: mal di gola, affaticamento, nausea, tosse secca, febbre e dolori muscolari. Tutti segnali che, se presenti, devono allarmare i cittadini. Nella maggior dei casi comunque si guarisce tra i sei e dieci giorni attraverso una terapia adeguata con antibiotici e antidolorifici.