La grande paura dell'acqua era cominciata lo scorso luglio a Bresso, comune alle porte di Milano, dove ci sono stati cinque casi di morti per legionella. Tra la popolazione c'era persino timore di lavarsi, anche se poi gli impianti idrici domestici sono stati scagionati dagli esperti, per andare alla ricerca del batterio killer in torri di raffreddamento di impianti di condizionamento industriali. Ora la paura sta affliggendo dallo scorso 2 settembre la zona del bresciano, dove ci sono stati 150 casi di polmonite 'anomala' vista la stagione, e 121 ricoveri in in ospedale in una sola settimana.

L'elenco dei contagiati è in aumento. Cosa sta succedendo? Potrebbe trattarsi di polmonite provocata dal batterio della legionella presente nell'acqua.

Polmonite sospetta

Non è ancora stata definita 'epidemia', ma allarma le autorità il preoccupante del picco di ricoveri dall'inzio di settembre. E' stata avviata un'indagine dalla Regione Lombardia e del caso si sta occupando anche l'Istituto Superiore di Sanità. Desta non pochi sospetti la diffusione della polmonite in un periodo dell’anno in cui non è dato riscontrarla: solo negli ultimi tre giorni ci sono stati 71 ricoveri e il fatto che i casi si sano concentrati in un territorio molto circoscritto. I ricoverati, infatti, provengono da nove comuni e in particolare da Calvisano, Montichiari e Carpenedolo, che si trovano tra la Bassa bresciana e la provincia di Mantova.

Nell'area dove ci sono stati gli episodi di polmonite vivono circa 85mila residenti.

Al momento ad essere preso d'assalto è stato soprattutto l'ospedale di Montichiari. Ci sono stati anche tre decessi: si tratta di anziani malati per cui la polmonite è risultata letale, ma sono ancora in corso gli accertamenti per capire quale sia stato l’agente patogeno.

L'età media dei ricoverati risulta superiore ai 60 anni, persone con regresse patologie.

Spettro legionella, attenzione concentrata sulle acque

Ieri c'è stato un vertice d'emergenza tra sindaci, gestori delle reti idriche e azienda sanitaria locale. L'attenzione si sta concentrando sulle acque: lo spettro della legionella è tornato a impensierire le autorità in quanto l'ipotesi che ad ora pare tra le più probabili è che tale batterio sia la causa dei casi di polmonite registrati sul territorio, o per lo meno di alcuni.

Infatti finora sono due le persone risultate positive al batterio e ricoverate agli Spedali Civili di Brescia: le condizioni dei due pazienti si sono aggravate e sono stati trasferiti dal reparto infettivo in terapia intensiva. Su altri pazienti si attende il risultato delle analisi.

La Regione Lombardia, in accordo con i sindaci dei comuni interessati e l'azienda sanitaria, ha avviato gli accertamenti sulla rete di distribuzione dell'acqua potabile e delle torri di raffreddamento. Sembrerebbe che molte delle persone contagiate usino però acqua prelevata da pozzi privati e non dall'acquedotto. Ora è da accertare se questi pozzi attingano l'acqua da una stessa falda. Sotto osservazione anche il fiume Chiese.

Bisognerà aspettare l'esito dei campioni sull'acqua.

Legionella, misure preventive

Ai cittadini, anche via social, è stato inviato un decalogo di comportamento: l'acqua di casa può essere usata sia per cucinare che per lavarsi. Tra le misure di prevenzione suggerite, dal momento che il batterio 'viaggia' in tubature e condizionatori,ci sono quelli di rimuovere il calcare dai rubinetti e sostituire i filtri, lasciare scorre l'acqua calda prima di utilizzarla e alternarla con quella fredda, dal momento che al di sotto dei 25 gradi così come al di sopra dei 55 i batteri non sopravvivono.

Un altro buon accorgimento è aprire le finestre del bagno mentre ci si stia lavando. In caso di sintomi di difficoltà respiratoria, magari in persone già immmunodepresse, recarsi dal medico o al pronto soccorso.