La storia che arriva dalla provincia Lecco è una di quella che lascia sgomenti. Gli alunni di una quarta elementare, da due giorni, non seguono le lezioni in segno di protesta. In classe, infatti, c'è un bambino di 10 anni estremamente intelligente che, però, presenta gravissimi disturbi comportamentali. E, forse, la prima (ma non l'unica) vittima di una situazione che - giorno dopo giorno - si è fatta insostenibile è proprio lui. Il ragazzino, infatti, sebbene non soffra di alcuna patologia conclamata e sia seguito dai servizi sociali è molto violento e, più di una volta, ha picchiato compagni, maestre e bidelli.

'Ambiente insicuro'

Alle elementari di Olgiate Molgora, comune del Meratese, nel cuore della Brianza Lecchese, è in corso uno sciopero molto particolare. Ad incrociare le braccia, stavolta, non sono stati gli insegnanti o gli operatori scolastici, bensì gli alunni (o meglio i loro genitori). Ieri e oggi, molte famiglie con figli iscritti in quarta elementare hanno deciso di non mandare a Scuola i bambini. In classe, quindi, si sono presentati solo 3 alunni su 17. Il motivo è spiegato in un comunicato redatto dagli stessi genitori: «I bambini - si legge - sono impossibilitati a seguire il regolare svolgimento delle lezioni per via di un ambiente insicuro che non assicura la loro incolumità», E, l'ambiente insicuro, stavolta, è rappresentato da un ragazzino di 10 anni che usa penne e compassi come coltelli, distrugge sussidiari e zainetti ed aggredisce chiunque gli capiti a tiro.

I bimbi (ma non solo loro), di conseguenza, trascorrono le mattinate nel timore di essere feriti (come già tante volte è accaduto in passato). Solo tre giorni fa, un'insegnante è finita al pronto soccorso.

Convivenza difficile

La situazione, dopo 3 anni di convivenza tutt'altro che semplice, è diventata insostenibile e così alunni e famiglie, in segno di protesta, hanno lanciato un grido d'aiuto disperato e hanno disertato le aule.

I genitori sperano che questa "mossa" possa portare ad una soluzione definitiva e condivisa. E, nelle scorse ore, si sono riuniti, con il dirigente scolastico, per trovare una risposta valida alla domanda: "Come si possono tutelare i bambini - ed il personale scolastico - senza discriminare o allontanare l'alunno violento?".

Più volte, nel corso degli ultimi anni, i genitori hanno fatto presente ai responsabili preposti la gravissima situazione: hanno scritto lettere, organizzato incontri, fatto richieste, ma è stato tutto inutile.

La replica del sindaco

Giovanni Battista Bernocco, sindaco del piccolo comune, ha confessato di sentirsi impotente: "Quello che sta accadendo - ha spiegato - mi sta togliendo il sonno: abbiamo provato a percorrere tutte le strade possibili, ma non è facile arrivare ad una soluzione".

La vicenda, ha fatto notare il primo cittadino, è molto delicata, non è "semplice" bullismo e le ragioni non stanno da una parte sola. Poi, ha aggiunto che l'obiettivo è "proporre percorsi a idonei allo studente" e per questo il Comune ha già stanziato (nel rispetto dei bilanci) delle risorse per elaborare progetti che tuttavia, ad oggi, non si sono rivelati sufficienti.

L'istituto comprensivo può contare su un educatore, ma nessun insegnante di sostegno vuole "farsi carico" dell'alunno difficile (l'ultimo, raccontano, ha resistito con lui solo pochi minuti).