La tragedia del ponte Morandi ha senz'altro scatenato un lungo ed acceso dibattito politico. La Procura sta svolgendo le proprie indagini, ma, nel frattempo, il New York Times ha cercato di fare una prima ricostruzione dei fatti, basandosi soprattutto sui video delle telecamere di sicurezza.
Ponte Morandi: il racconto del vigile del fuoco Capello
Il servizio del giornale americano parte con il racconto di Davide Capello, vigile del fuoco fuori servizio, che aveva da poco percorso il tunnel del ponte principale di Genova. 'Il vigile del fuoco - si legge nell'articolo - cominciò a sentire un rumore alla propria macchina.
D'istinto cercò di guardare in alto e ciò che vide fu raccapricciante: un'enorme nuvola di polvere bianca, che cercava di alzarsi confondendosi tra la nebbia e la pioggia di un'estate alquanto anomala. Una macchina bianca poco davanti a lui (si parla di circa una trentina di metri) sembrava completamente scomparire nel vuoto, come fosse stata inghiottita da qualcosa. In una frazione di secondo, anche la sua macchina ebbe la peggio, confondendosi tra i cumuli di calcestruzzo. Capello pensò che la sua morte fosse ben più vicina di quanto potesse mai aspettarsi. Il vetro posteriore della sua auto si era inesorabilmente rotto nella forte caduta.
Proprio quel ponte che stava percorrendo, progettato da Riccardo Morandi, è crollato quel giorno, provocando 43 vittime e facendo precipitare diversi mezzi nel vuoto nel giro di una cinquantina di metri, nonché lasciando senza speranza centinaia di sfollati.
Il ponte era un'indispensabile arteria di collegamento per migliaia di genovesi, ferendo Genova nel profondo e scatenando un forte dibattito pubblico sull'imputazione delle responsabilità.
Ponte Morandi: la ricostruzione del New York Times
La strada connessa alla pila incriminata scorreva sopra al fiume Polcevera e sopra i binari della ferrovia a circa una cinquantina di metri d'altezza.
Secondo la ricostruzione, probabilmente si sono rotti i cavi degli stralli a sud, il che non ha fatto altro che provocare un crollo degli stessi. Alcune parti dell'impalcato, di conseguenza, iniziarono a ruotare verso sud. Le sezioni iniziarono a cedere e, di conseguenza, anche la strada.
I sostegni incriminati sono proprio quelli secondo cui un professore di ingegneria strutturale del Politecnico di Milano aveva già espresso delle riserve, notando evidenti segni preoccupanti di corrosione. Aveva già avvisato il gestore del ponte Morandi, Autostrade per l'Italia, colpevole, sempre secondo il professore, di non aver preso minimamente in considerazione le raccomandazioni.