Gli inquirenti avrebbero un nuovo video, per il momento top secret, riguardo al crollo del ponte Morandi a Genova il 14 agosto scorso. Ad annunciarlo all'Ansa è il procuratore del capoluogo ligure, Francesco Cozzi, il quale ravvisa anche come il video non sia stato diffuso per evitare l'inquinamento delle prove. Ed emerge un particolare: le telecamere, negli istanti precedenti il crollo, avrebbero subito un black out.

Gli inquirenti si basano sul video di una telecamera privata

Per ricostruire tutta l'esatta dinamica del crollo, gli inquirenti, come si apprende dalla Procura, si stanno basando sulle immagini riprese da una telecamera di un'azienda situata in corso Perrone, non lontano dal ponte Morandi.

Il procuratore è chiaro sui motivi che portano gli organi giudiziari a non rendere pubblico il video, poiché, a detta degli inquirenti, si rischierebbe un inquinamento dei racconti effettuati dai testimoni. Gli stessi infatti, sempre secondo quanto si legge nelle dichiarazioni di Cozzi riportate dall'Ansa, potrebbero raccontare, vedendo il video, "una versione inquinata di come sono andate esattamente le cose". Inoltre, smonta l'ipotesi secondo la quale gli episodi della vigilia di Ferragosto nel capoluogo ligure, siano riconducibili ad un attentato. Sembra proprio riferirsi a questo quando, sempre durante le dichiarazioni all'Ansa, usa la parola "mitomani". Intanto i consulenti della Procura, tra cui Renato Buratti e Piergiorgio Malerba, hanno cominciato a prendere visione di tutti i documenti sequestrati in questi giorni dagli organi giudiziari: e stanno indagando su un episodio che merita dei chiarimenti.

Prima e durante il crollo un blackout delle telecamere

La squadra mobile, così come si apprende dalle fonti di informazione sia locali che nazionali, sta indagando anche su un blackout che ha colpito le telecamere del gruppo Autostrade per l'Italia, e che ha impedito poi di fatto di riprendere gli istanti del collasso del viadotto.

Per fare ciò la stessa Procura ha chiesto rinforzi, infatti mancherebbero circa 5 sostituti procuratori per avere la squadra investigativa quanto più al completo possibile. Le indagini sull'immane tragedia che ha colpito non solo Genova, ma tutto il nostro Paese, saranno molto lunghe. Ci vorrà sicuramente molto tempo perchè si arrivi ad una soluzione e stabilire eventuali responsabilità.