Potrebbe essere davvero il momento della svolta nelle indagini della Procura di Genova, riguardo al crollo del viadotto Morandi avvenuto il 14 agosto scorso nel capoluogo ligure. In particolare, secondo quanto si legge questa mattina sul quotidiano Il Secolo XIX, durante la costruzione sarebbero stati usati meno cavi di quelli previsti nel progetto iniziale. In poche parole, secondo gli inquirenti, il progetto del ponte, così come fu costruito allora (1963-1967), non rispetterebbe quello iniziale.

Difetti originari sul ponte

Secondo quanto si apprende sempre dal suddetto quotidiano, e da quanto riportato dalla stampa nazionale, un nuovo documento sarebbe stato depositato presso la Procura di Genova.

Lo stesso reca la firma degli ingegneri Piergiorgio Malerba e Renato Buratti. Secondo tale indagine svolta dai tecnici preposti a chiarire le cause del collasso del viadotto sul torrente Polcevera, nell'infrastruttura ci sarebbero sostanziali differenze tra quanto progettato inizialmente, e quanto invece costruito. Differenze che riguarderebbero proprio gli stralli, già da tempo all'attenzione degli investigatori. Gli stralli, infatti, avrebbero ceduto, provocando il collasso del ponte, e trascinando giù oltre 200 metri di autostrada. Sempre secondo quanto si legge sulle pagine del Secolo XIX, come è ben noto tale ipotesi (quella del cedimento degli stralli) era stata avanzata proprio qualche settimana fa anche dai tecnici della società concessionaria, Autostrade per l'Italia.

Di fatto ora la posizione della stessa società, secondo gli autori dell'articolo redatto sul quotidiano in questione, potrebbe addirittura aggravarsi, poiché se realmente gli stessi vertici di Autostrade avessero conosciuto le condizioni del ponte, il concessionario avrebbe dovuto vigilare di più sulle condizioni dell'infrastruttura.

Blitz degli ispettori

Questo in sintesi il contenuto del nuovo report depositato in Procura, e ora al vaglio degli investigatori, coordinati dal procuratore capo, Francesco Cozzi. Le novità sull'inchiesta riportate questa mattina dalla stampa, sarebbero arrivate dopo un'ispezione dei tecnici avvenuta in un hangar in via Perlasca a Genova, dove gli inquirenti hanno depositato tutto il materiale del crollo.

Analizzando tali materiali sarebbero emersi difetti strutturali evidenti, come la carenza di metallo e scarse misure di protezione degli stralli. Le indagini sono tutt'ora in corso e stanno procedendo spedite.