Procedono spedite le indagini della Procura di Genova sul disastro del viadotto Morandi, crollato improvvisamente la mattina della vigilia di Ferragosto. I cittadini del capoluogo ligure continuano a chiedere giustizia. Questa mattina è arrivato l'elenco dei primi possibili indagati. Per il momento sono solo tredici, ma presto, come si apprende dalla stampa nazionale, potrebbero aumentare fino a venticinque.

Gli indagati conoscevano la pericolosità del ponte Morandi

Secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza, che negli ultimi giorni ha proceduto al sequestro di tutta la documentazione utile alle indagini, queste tredici persone indagate, conoscevano la situazione del ponte Morandi.

Le stesse persone infatti figurano come responsabili del progetto di ristrutturazione sul torrente Polcevera, attivo sin dal 2015. Inoltre, il Ministero delle Infrastrutture (Mit), così come si apprende dai documenti analizzati e da quanto riportato dall'agenzia Ansa, sapeva bene come oramai la situazione fosse diventata insostenibile, poiché i lavori di ristrutturazione del Morandi tardavano a cominciare. Dal 2013 inoltre, come si apprende dalla testata on-line Huffington Post, erano arrivate le prime preoccupazioni per il degrado del viadotto. Da qui poi partì la richiesta, fatta dal Mit ad Autostrade, del progetto di restyling dell'infrastruttura. Sempre dalla stessa testata on-line su citata si apprende anche che il Politecnico di Milano, abbia notato, nel corso di indagini sul ponte commissionate allo stesso ateneo, di come vi fossero delle anomalie da approfondire.

Tra i 13 indagati ci sono i vertici di Autostrade per l'Italia, e l'ingegnere Roberto Ferrazza, provveditore alle Opere pubbliche della Regione Liguria. Lo stesso si presentò spontaneamente in Procura venerdì 24 agosto, rilasciando dichiarazioni e consegnando moltissimi documenti.

Cedimento strutturale al pilone 9

Intanto la commissione tecnica incaricata dai Pm per chiarire le cause del collasso del viadotto Morandi, ha consegnato agli inquirenti una prima relazione sulle cause del disastro.

Secondo gli esperti, è confermato il cedimento strutturale all'antenna del pilone numero 9, proprio nel punto in cui i tiranti si congiungevano ai sostegni del ponte. Tale cedimento avrebbe quindi compromesso tutta la struttura: al crollo del pilone 9, sarebbe conseguentemente seguito, per forza di inerzia, quello del pilone 10. Così oltre 200 metri di autostrada, il 14 agosto vennero giù, causando la morte di 43 persone e centinaia di sfollati.