Ieri, 27 settembre 2018, si è svolta a Roma, presso la Corte d'Assise, l'udienza sul caso di Stefano Cucchi, il geometra romano morto nel 2009, in circostanze misteriose, dopo l'arresto per droga. Gli imputati sono cinque carabinieri, di cui tre per omicidio preterintenzionale. In aula hanno testimoniato nove persone, tra cui l'ispettore superiore della Polizia penitenziaria Antonio La Rosa. Senza giri di parole, il poliziotto ha affermato che, secondo la sua esperienza, Stefano Cucchi "aveva preso qualche schiaffo e qualche pugno". Era chiaro, insomma, che il geometra romano fosse stato malmenato da qualcuno.
Presidio davanti al tribunale
Mentre La Rosa ed altre otto persone parlavano in aula, fuori dal tribunale era stato organizzato da alcuni ragazzi un sit-in per reclamare giustizia e verità. Al presidio hanno preso parte varie associazioni e un centinaio di persone. Antonio La Rosa ha riferito di aver visto per la prima volta Stefano Cucchi alle celle d'uscita del tribunale. Quel ragazzo, secondo il poliziotto, non riusciva nemmeno a tenersi in piedi, camminava male e il suo volto era rosso. Aveva anche occhiaie accentuate. La Rosa ha rammentato di essersi stupito quando quel giovane gli aveva chiesto se nel carcere di Regina Coeli vi fosse una palestra perché lui faceva pugilato. L'ispettore non sapeva che Cucchi fosse un pugile.
Nel corso della deposizione, l'ispettore ha anche raccontato di aver chiesto al geometra romano perché si era ridotto così. Stefano gli aveva risposto che era caduto dalle scale.
Le testimonianze di Luciano Capo e Salvatore Mandaio
Cucchi non era caduto dalle scale, secondo un altro detenuto. Quest'ultimo aveva riferito a La Rosa che il geometra aveva avuto un incontro di boxe, "solo che lui (Cucchi, ndr) era il sacco".
Stefano aveva udito tali parole e non aveva replicato, era rimasto in silenzio. In aula ha reso la sua testimonianza anche Luciano Capo, un altro agente, che si è soffermato sull'ispezione dei carcerati. Stefano non era stato esaminato come gli altri, non gli era stato neanche chiesto di fare le flessioni sulle gambe perché le sue condizioni erano pietose, non ce la faceva.
L'agente Salvatore Mandaio ha confermato i punti di vista dei colleghi sentiti in aula, dichiarando di aver pensato che Stefano fosse stato malmenato, specialmente per i numerosi lividi sulla schiena. Anche Mandaio si era reso conto che Cucchi non riusciva a camminare bene.